di Bruni Tedeschi, Alberto

Viaggio e finale

Ten & O.+ Sx - 1965 - 29' - Edizioni Suvini Zerboni - P6713

Dettagli opera

Cantata tropicale per voce di tenore e orchestra (2.3.2.2. - Sax. - 0.2.1.0. - Vibr. - Xil. - Cel. - Glock. - Pf. - Ar. - Tp. - 8 Perc. [Pt., Ps., Tam., Tamb., Gc., Tab., Tbl., Tavolette, Trg., M., Bg., 3 Tt.] - A.) su testo di G. Bona.
Prima a Torino, presso la RAI, l’1.3.1968 con voce G. Sinimberghi e direttore M. Rossi.


Commento all'opera

«Già autore, nel 1952,d'una Messa per la missione di Nyondo, ove il tema del ‘tropicale’ come orientamento dell'ispirazione, si localizzava in un ‘clima’ di paesaggio e suggestioni del centro dell'Africa, in questo suo lavoro il compositore Alberto Bruni Tedeschi torna ad analogo tema in altra inquadratura biografica e attraverso le impressioni suscitate da una testimonianza di vita vissuta, quella tramandata nei ‘Carnets de voyage - Aventures en Guyane’ di Raymond Maufrais. Questi ‘Carnets’ documentano l'ultimo viaggio del Maufrals, l'ardimentoso esploratore scomparso in Gujana e del quale le numerose spedizioni organizzate dal padre suo (che vive a Tolone) non sono riuscite a trovar traccia.
‘L'esplorazione è per me un'avventura di purezza e di umiltà’. Queste parole dello stesso Maufrais sono state riportate come esergo da Bruni Tedeschi sul frontespizio della partitura che al titolo di Viaggio e finale, aggiunge il sottotitolo di ‘Cantata tropicale per voce di tenore e orchestra’ su testo di Giampiero Bona.
Ispirato appunto dalle Aventures en Guyane di Maufrais, il testo di Bona si articola in undici frammenti o brevi capitoli che, in tono, cadenza, vivezza e rapidità di immagini, quasi di ballata epico-popolare, scandiscono in altrettante‘sequenze’ e situazioni liriche la materia del racconto: La partenza; La pioggia (l'attesa); La pioggia (marcia di avvicinamento); Le zanzare (marcia di avvicinamento); Gli spiriti (la notte); I Campo (la notte); Il Campo (la fame e la sete); III Campo (la tempesta); L'allacciamento; L'ultima fame; La scomparsa.
Sul piano musicale, la fitta elaborazione del tessuto strumentale e la complessità della scrittura sinfonica conferiscono all'opera la consistenza e l'imponenza che potrebbero definirsi di un ‘concerto’ per orchestra, un concerto, tuttavia,senza divisione in veri e propri ‘tempi’ e dove gli interventi della voce tenorile (con la parola poetica che essi recano e la tensione espressiva che vi si manifesta nella forma d'un sillabato assai variato ritmicamente e ampiamente snodate nei suoi movimenti) hanno parte determinante nel procedere del discorso musicale, nella vicenda dei suoi atteggiamenti, ai quali una strumentazione ricca di timbri, anche evocativi, e fortemente punteggiata dalla percussione conferisce il colore generale d'un‘esotismo’ perseguito attraverso una personale visione dal compositore.
L'opera si apre con un'introduzione orchestrale intitolata ‘Il mare’. In andamento Lento e cadenzato, fra sonorità fonde, un'oscillazione ritmica persistente ne segna l'inizio, per svilupparsi poi in forme più complesse e risolversi più oltre in un movimento di fioriture e linee melodiche che mette in particolare risalto il flauto, il sassofono, il violino solo, mentre l'arpa scioglie accordi ondulati e una tensione sempre maggiore porta infine all'entrata del tenore nella prima parte del ‘Viaggio’: La partenza: ‘Antille verde mare / Gujana verde sera / si balla e si piange / a bordo del Guascogna‘.

Il procedere delle varie sequenze lungo il corso successivo del ‘Viaggio’ culmina nella concitazione dell'Allegro agitato evocativo del III Campo (La tempesta): ‘Come un bufalo immenso corre / il tuono sulla palude dell'Uàgi, / esplodono le viscere del cielo / e dal Majouri s'alzano i vapori... ‘Dopodi che, il ‘Finale’, al cui inizio (L'allacciamento) accenti febbrili e rotti di strumenti bassi sottolineano il canto ‘quasi parlato’ del tenore (‘Cammino in ginocchio / sulla traccia del mortale anaconda‘), raggiunge a sua volta alte punte di concitazione drammatica nei penetranti accenti della voce tenorile, nei tumultuosi movimenti orchestrali di cui si rivestono le ultime parole: ‘Avanti, ancora avanti, / ore, giorni, la morte, l'infinito’ e poi si arresta sulla persistenza di un ‘ostinato’ grave e lugubre che, nella zona più bassa dell'orchestra, viene ad alternare due note vicine e che con forza decrescente digrada verso la dissolvenza in cui la vicenda musicale e poetica trova la sua conclusione». (da http://www.brunitedeschi.com/)


 

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