Riferimento: Ceschini, Claudio
Prima esecuzione a Pesaro il 7.9.1992.
Ne esistono anche versione per clarinetto o violoncello.
«Composizione che sfrutta i due strumenti per ottenere un'aria melodica e armonica jazzistica con la propria sensibilità. La composizione è in forma inversa per cui parte con dei frammenti tematici, uno sviluppo centrale armonico melodico e in fine un vero e proprio tema esposto e consequenzialmente concluso con un dialogo cadenzale tra i due strumenti».
«Verty è un brano che non si giova, se non raramente, dei mirabili ed illusionistici virtuosismi che spesso rendono la composizione stessa una sorta di corsa ad ostacoli" o, se non altro, una specie di studio tecnico. La composizione risulta, invece, semplice e scorrevole e suscita in chi l'ascolta un imponderabile senso di mistero.
La sua logica costruttiva la vede divisa in tre parti distinte: la prima caratterizzata dalla ricerca dei due strumenti di una scansione ritmica comune che, per volontà del compositore, non c'è. Questa "aritmia" la si riscontra, in maniera ancor più accentuata, anche nella parte centrale del brano, dove la genialità del compositore ha saputo creare un'atmosfera sognante con languidi glissandi affidati al Sx sopra un tappeto di note fluttuante del Pf. La terza ed ultima parte rappresenta l'incontro ritmico dei due strumenti che viene scandito inizialmente da una nota del Sx ribattuta più volte e sostenuta dal Pf. Qui la scrittura è molto più razionale e stabile fino al termine». (Da Ceschini)
MorleoL-Verty-SxPf-Esc
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