Per orchestra di 4 flauti (3. e 4. anche ottavini), 2 oboi, 4 clarinetti (? anche clar. piccolo, ? anche clar. basso), 3 fagotti (3. anche controfagotto), sax soprano, sax tenore, 4 corni, 3 trombe in Do (? anche tromba bassa), 3 tromboni, 1 tuba, 2 arpe, tastierista (pianoforte/organo/celesta), strumento elettronico (synket), 3 percussionisti, 24 violini (12 + 12), 10 viole, 8 violoncelli, 6 contrabbassi.
Notazione cronometrico-spaziale delle durate. Il brano va aperto con la registrazione su nastro dell’aria di Sarastro “In dieser heiligen Hallen” da Il Flauto Magico di Mozart (non riportato sulla partitura).
Mai eseguito, da documenti epistolari esistenti presso l’Archivio Guaccero, si può legare la composizione di Variazioni 1 a una possibile esecuzione presso il Festival di Musica della Biennale di Venezia di quell’anno, poi sfumata.
«Il tema (da cui il titolo), peraltro da far ascoltare – prime 12 battute – in una registrazione nei primi secondi del brano, è l’aria di Sarastro “In dieser heiligen Hallen” da Die Zauberflöte (Il Flauto Magico) di Mozart, tenendo presente che esso è – nelle parole dell’autore - ‘chiave e punto di partenza’, forse scelto pure per il suo portato simbolico-esoterico, non tema nell’accezione tradizionale del termine: le 12 Variazioni non presentano alcun elemento citativo o stilisticamente (sintassi o vocabolario) legato al tema. All’ampio organico sinfonico è destinato un materiale timbricamente assai avanzato e sperimentale, e notato spesso secondo i corrispettivi raggiungimenti semiografici più avanzati raggiunti da Guaccero nei lavori circostanti (notazione simbolica-sintetica, segni ‘in campo aperto’, impianto cronometrico dell’indicazione delle durate). Durata prevista: 18’. Accanto all’organico sinfonica (con un set di percussioni – 3 esecutori – molto ricco e variegato, impiegante anche oggetti concreti e materiali basici - carta), opera uno strumento elettronico: Guaccero indica il Synket, sintetizzatore costruito a Roma da Paolo Ketoff; il Synket opera come strumento tout-court (leggendo una notazione in tutto simile a quella degli altri strumenti), ad es. appena terminata la registrazione del ‘tema’ mozartiano (che collega all’entrata dell’orchestra nella 2. variazione) e, nell’ultima variazione (12.), come strumento di modulazione in tempo reale dei suoni dell’orchestra, secondo schemi di trasformazione indicati nella premessa e da sovrapporre alla partitura mediante una parte su lucido appositamente predisposta.» (Da http://www.guaccero.lim.di.unimi.it/)
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