«Gli Undici pezzi sono microscopiche ballate, racconti sintetici senza personaggi, laconici lacerti di una memoria musicale piena di oggetti e di volti. Oscillano tra possibili abbandoni: dalla nostalgia di sonorità irrecuperate al piacere del timbro per se stesso, all'improvvisazione. Ciascuno di essi è un haiku, compilato nella larvale forma ternaria che è propria di quel genere di poesia: ma più che la forma, gli Undici hanno dell'haiku l'impossibilità di aggiungere, commentare, variare. Piaceranno a chi, più che ascoltare Amleto in scena, si perde dietro al riflesso mobile della candela sulle quinte.»