Trattato Pratico di Strumentazione per le Orchestre, le Bande e le Fanfare (adottato per uso degli Istituti Musicali di Firenze e di Lucca). Ed. Giovanni Gualberto Guidi, Firenze, 1850.
L’anno seguente il testo, molto apprezzato, fu riedito come
Trattato pratico di strumentazione ossia Nozioni generali sul carattere e sulle proprietà degli strumenti musicali tanto antichi che di recente invenzione e perfezionamento i quali servono attualmente per le orchestre, le bande e le fanfare / raccolte e completate da Antonio Tosoroni e adottati per uso degli istituti musicali di Firenze e di Lucca. Ed. F.Lucca, Milano, 1851.
Risulta essere questo il primo testo italiano che riporta una dettagliata analisi di tutti gli strumenti atti alla strumentazione orchestrale e bandistica, e comprendente fra essi anche il saxofono. Il testo è ancor più prezioso alla luce del fatto che è pressocchè contemporaneo ai più blasonati trattati del francese Hector Berlioz (1803-1869) e a quello del tedesco Johann Simon Mayr (1763-1845).
Alla pagina 25 del testo:
«Questo strumento è di recentissima invenzione del fabbricante Adolfo Sax di Parigi. Esso è d'ottone a riserva del bocchino che è della forma di quello del Clarinetto, ma più grande assai. La sua voce partecipa di quella del Corno Bassetto e del Clarinetto basso; ma assai più robusta. La manovra è quasi simile a quella di questi strumenti, [...] Di questi strumenti ve ne sono diversi e di diversa forma, vale a dire, più grandi e più piccoli, secondo in che tono sono tagliati. Essi appartengono in sostanza alla famiglia dei Clarinetti, di cui non sono che una modificazione. I loro toni favorevoli sono DO, SIb, FA e MIb, ma ognuno di questi toni contiene varj Saxofoni, per cui, uno fa il SOPRANO, uno il CONTRALTO, uno il TENORE, e l'altro il BASSO, e formano così una famiglia di 14 Saxofoni capaci di eseguire della musica dal Soprano acutissimo fino ad un ottava più grave del Contrabbasso [...] La sua lettura è sempre in Chiave di Violino in tutti i toni, ma per quelli strumenti che per la loro costruzione sono gravi assai, si usa la Chiave di Basso».
Oltre alla moltiplicazione poco ortodossa, per cui giunge a calcolare 14 saxofoni, anche nella tavola delle estensioni con raffronto ai suoni reali, che segue, è da notare che il taglio degli strumenti è riportato in maniera confusa ed errata.
A proposito del Saxofono Contralto infine conclude scrivendo: «Quest’ultimo è quello che i Prof. di Musica e Negozianti di Strumenti Armonici ss.ri BRIZZI e NICCOLAI di FIRENZE fecero venire da Parigi, e si poté sentire con successo graditissimo all’Accademia Filarmonica ai primi di Gennajo del 1848, col mezzo del nostro bravissimo Prof. Di Clarinetto SIG. GIOVANNI BIMBONI».
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