Riferimento: Soranno, Vito
Prima esecuzione a Laterza (Ta), 8 agosto 2015, nell’ ambito del “ Festival della Terra delle Gravine”, da parte di Vito Soranno.
«Tragic Sea. La musica e i musicisti in difesa dei diritti umani.
Prima di suonare dite il titolo del brano e leggete al pubblico le parole in corsivo che seguono:
“TRAGIC SEA”: L’inumanità cui stiamo assistendo in questo tempo ci lascia dolorosamente senza parole. Perché esseri umani come noi si comportano come bestie feroci ?”
"La musica è muta e l'intelletto non canta", per questo è necessario coniugare suono e pensiero, suono e impegno umano. Non lasciate la musica "astratta" concentrandovi solo su problemi tecnici-esecutivi: perché avete (abbiamo) un compito ben più alto da svolgere.
Pensate queste composizioni come colonne sonore della vita! Stiamo vivendo una realtà intrisa di immane dolore.
"L'arte non è mai un fine è soltanto uno strumento per tracciare le linee della vita." (Deleuze/Guattari)
In caso di situazioni performative, alcune sezioni del brano possono essere ritornellate. Inoltre il sassofono può essere “accompagnato” dall’elettronica oppure da una lastra del tuono.
“Non ce l'ho fatta mamma, nonostante te l'avessi promesso. Ma non dirlo al mio fratellino, non dirlo neanche a papà, con i problemi di cuore che si ritrova... Digli che in quel posto sono arrivato e che non è vero che è pieno di gente cattiva che ci vuole rimandare indietro, così neanche di questo ha da preoccuparsi. Digli che vivo in Italia e che mi è tornato il sorriso, così si convince che nessuno può morire affogato, solo per la colpa d'essere nato povero. Digli tutte queste cose e ricordagli di non dimenticarmi mai, perché mai più potrà rivedermi.”»
Tragic Sea
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