«In entrambi i brani, seppure abbiano molti anni di differenza, come in tutti i pezzi da me scritti per altri strumenti, esiste di fondo una ricerca musicale legata al timbro.
Io penso che per identificare con precisione un suono sia necessario ascoltarlo per un certo periodo di tempo; di conseguenza le trasformazioni timbriche ed il movimento nello spazio diventano due parametri fondamentali nelle mie composizioni (siano esse per strumenti tradizionali che per l.el.).
Più che di singoli elementi tematici o di singole note è più opportuno parlare di "eventi sonori" in quanto non è più sufficiente considerare solo altezza, intensità e durata come parametri del suono.
Tutto ciò viene inserito in una concezione dello spazio non più riproduttiva solamente ma anche creativa; è possibile oggi intervenire sullo spazio soggettivo (psicologico, concettuale e culturale degli esecutori e spettatori) con apparecchiature elettroniche apposite modificando la diffusione sonora da semplice stereofonia a numerosi punti differenziati che diventano parte essenziale del pensiero compositivo.
Cerco, di conseguenza, di chiamare in causa la capacità di concentrazione dello spettatore in quanto la diversificata provenienza del suono crea reazioni intellettive e psicologiche assolutamente nuove».
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