«Mirrorshades è il titolo di una famosa raccolta di brevi racconti del genere cyberspace, che tratta argomenti di realtà virtuale, scenari tecnologici futuribili etc, usando una forma volutamente "bassa" della letteratura, quale è il racconto di fantascienza, per parlare di questa corrente del pensiero contemporaneo che implica potenti mutazioni nella visione del mondo e nel senso della vita individuale.
Ho voluto anch'io cimentarmi con il tentativo di racchiudere alcune sperimentazioni tecnologiche in una forma non scientifica.
Si tratta quindi in parte di un tentativo di "contaminazione" di linguaggi musicali contemporanei, dalla musica etnica a quella d'avanguardia.
Le linee portanti sono:
-indagine su alcuni dei modi a trasposizione limitata codificati da Oliver Messiaen (scale di origine etnica, da lui "riscoperte" negli studi etnomusicologici, principalmente sulla musica indiana)
-Indagine sulla possibilità della poliritmia, cioè sulla sovrapposizione di differenti pulsazioni aventi piede e periodo diverso, ma tactus comune. Un esempio molto semplice è quello della duina contro la terzina, ma può essere molto complicato quando si ha per es. un gruppo di 10 contro uno di 7 ecc.
-Indagine sugli effetti della imitazione ravvicinata di determinati profili intervallari, e sulla soglia della loro percepibilità acustica.
Questi aspetti di "ricerca" sono tuttavia esplorati in un contesto assolutamente scevro da "avanguardia", ma al contrario nel tentativo di rendere evidenti i processi compositivi a cui il materiale è sottoposto, e non senza una certa ironia, nella strumentazione e nei fraseggi.
Inoltre la particolare natura dell'organico strumentale: 3 coppie di strumenti (2Sx, 2cl, 2corni -inglese e francese) più il fg, permette molte possibilità timbriche».
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