Nella collana “percorsi di analisi musicale - i fiati nel '900 - vol. 2”. Testo in Formato Kindle acquistabile attraverso il presente link ad Amazon.
Dalle note di presentazione al testo:
«Fra i lavori solistici per clarinetto in Sib (o per sax contralto) scritti nel secondo ‘900 la Sequenza IX di Luciano Berio occupa un posto di primaria importanza, che si deve alla notevole complessità tecnico – virtuosistica ed espressiva.
L’analisi pone in evidenza sia il principio base di due soli campi intervallari e la loro integrazione (principio genialmente elementare, che evoca l’hegeliana dialettica degli opposti), sia l’incessante processo temporale in cui sono costantemente articolati i modi d’attacco, le figurazioni, le intersezioni dei registri strumentali.
All’ascolto, lo stile è di un’improvvisazione “free”, dai passaggi spesso decisamente ostinati e altri dotati di una certa caratterizzazione teatrale (vedi sezione M); una fra le “tesi” del presente saggio è di esaminare e comprendere la struttura di ogni cellula musicale, per rintracciare le varie logiche costruttive, con frequenti reiterazioni variate di moduli ritmico - intervallari, che governano i due campi armonici; così, la sensazione uditiva d’improvvisazione performativa coglie lo stato d’animo, il mood, il “lato espressivo” del brano, mentre l’analisi strutturale e insiemistica ne evidenziano, come detto, le logiche costruttive.
Attraverso l’osservazione sistematica, anche quantitativa, delle ripetizioni di note, si è verificata la seconda tesi analitica: provare che il processo di trasposizione d’ottava riguardava non solo il campo armonico di 5 altezze (Re2 Mib2 Fa2, Lab2 e La2), ma anche quello più numeroso (le restanti 7 altezze), seppure con una ricorrenza inferiore.
Questa tesi peraltro conferma e definisce in termini oggettivi ciò che l’Autore stesso aveva indicato al riguardo: «Si tratta sostanzialmente di una lunga melodia che, come quasi tutte le melodie, implica ridondanza, simmetrie, trasformazioni, ritorni. Sequenza IXb è anche una “sequenza” di gesti strumentali che sviluppano una costante trasformazione fra due campi di intervalli: uno di sette note (fa diesis, do, do diesis, mi, sol, si bemolle e si naturale) che tendono ad apparire sempre nello stesso registro, e l’altro di cinque note che appaiono invece in registri sempre diversi. Quest’ultimo commenta, penetra e modifica le funzioni armoniche di quel primo campo di sette note.» (L. B.)»
«Questo saggio di quasi 90 pagine, pubblicato nell’agosto 2020, fa parte dei PERCORSI D’ANALISI MUSICALE, un gruppo di lavori di Franco Sbacco dedicati alla letteratura per Fiati nel ‘900: la comune metodologia analitica si basa su quella stilistico - parametrica di Jan LaRue, con modificazioni e adattamenti funzionali all’oggetto di studio e integrata da quella motivico-cellulare di Rudolph Réti. Un ulteriore approccio analitico, di tipo insiemistico, è stato adottato in Sequenza IX, dove il pensiero compositivo è più riconoscibile se riguardato attraverso la teoria insiemistica, p. es., di Allen Forte. Si sono estrapolati dalla composizione tutti gli aggregati, così da individuare gl’insiemi – cardine e definire una gerarchia delle loro occorrenze, sia circoscritte a ciascuna Sezione, sia estese all’intera Sequenza (terza “tesi” del presente lavoro analitico); si sono evidenziati gl’insiemi - temporalmente anche molto lontani - che contribuiscono a determinare la coerenza strutturale dell’opera.»
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