Opera da teatro musicale da camera in tre parti per 2 soprani, 1 tenore, attrice-performer, danzatrice, attore, lettore, danzatrici-acrobate, pianoforte, flauto, clarinetto, sassofono, chitarra, clavicembalo/armonium, percussioni, direttore/performer, nastro magnetico, su libretto originale di Domenico Guaccero.
La prima esecuzione della sola parte II si è tenuta il 26.4.1965, a Roma, presso il Teatro delle Arti in occasione del III Festival di Nuova Consonanza. Musica e sceneggiatura di Domenico Guaccero. Regia di Antonio Calenda; Elementi scenografici di Franco Nonnis; Consulenza coreografica di Gabriella Mulachie’; Direzione e concertazione di Daniele Paris. Esecutori: Michiko Hirayama, soprano; Tommaso Frascati, tenore; Lidia Biondi; Mariella Palmich, attrici; Pietro Oriana, attore; Ciro Formichella, lettore; Mariolina De Robertis, clavicembalo; John Eaton, pianoforte; Nicola Pugliese, flauto; Williamo O. Smith, clarinetto; Baldo Maestri, saxofono tenore; Mario Gangi, chitarra elettrica; Carmine Pepe, percussione.
La prima esecuzione integrale è stata il 30.12.1968, a Palermo, presso il Teatro Biondo, in occasione della VI Settimana Internazionale di Nuova Musica – produzione del Teatro Massimo di Palermo. I due soprani: Miciko Hirayama e Carol Plantamura. Il tenore: Tommaso Frascati. La Danzatrice: Gabriella Mulachiè. La Soubrette: Carla Cassola. Il Lettore: Enrique Fioretti Idigoras. L’Attore: Marcel Rayez. Le Acrobate: Paola Catalani e Francesca Romana Fagiani. Il Direttore: Daniele Paris. Il Pianista: Domenico Guaccero. Il Flautista: Angelo Faja. E inoltre: Franco Barbalonga, tastiere. Vittorio Luna, clarinetto. Salvatore Simoncini, saxofono tenore. Bruno Battisti D’Amario, chitarra e strumenti a pizzico. Helmuth Laberer, percussione. Direttore per la musica: Daniele Paris. Direttore per gli elementi visivi: Franco Nonnis. Direttore d’azioni: Gabriella Mulachiè. Direttore per la coordinazione d’insieme: Domenico Guaccero. Elementi scenici e costumi di Franco Nonnis. Assistenti: Franco Barbalonga, Marcel Rayez, Pietro Seffer. Maestro alle luci: Turi Belfiore. Maestro di palcoscenico: Salvatore Sciarrino.
«Il lavoro, estremamente complesso e ampio, è diviso in tre parti (tre ‘atti’). La notazione delle durate è spazio-cronometrica, sia su pentagramma sia ‘in campo aperto’ con segni-simboli sintetici, e si estende a tutti gli elementi della drammaturgia (azioni, parole recitate o visualizzate, diapositive o filmati, luci, suoni su nastro magnetico, etc.); l’uso di episodi con indicazioni metriche – esplicite o implicite – è saltuario, e in genere legato a ‘citazioni’ musicali (proto-polifonia, Schumann).»
«Il tema del ‘potere’ declinato in varie chiavi (potere politico, economico, scientifico, coercizione violenta o controllo subdolo, rinuncia e cessione della propria responsabilità) e poi in differenti strutture drammaturgiche (4 scene in sequenza ‘ordinaria’ nella parte I, 5 scene parzialmente parallele e distribuite tra spazi esterni e interni alla sala nella parte II), per essere riletto – seguendo alcuni spunti della II parte – in chiave individuale-mentale nella III parte (il potere-controllo dell’uomo su stesso).»
«Progetto gestato sin dall’inizio degli anni ’60 (documenti epistolari al riguardo), ne era stata intrapresa la composizione in una prima stesura poi abbandonata (vedi scheda su ‘Il potere’), poi riformulata a partire dal 1964 circa, con la prima esecuzione della sola parte II nel 1965 e integrale nel 1968. Presso l’Archivio Guaccero sono conservati numerosi materiali concernenti la preparazione dei nuclei tematici e testuali del lavoro (selezione testi, citazioni, riflessioni), nonché della forma della drammaturgia (relazione degli elementi teatral-musicali) e di alcuni elementi scenico-visivi. Da definire meglio il ruolo di Franco Nonnis (scenografo e pittore, stretto sodale di alcuni esponenti della neo-avanguardia musicale romana) nell’elaborazione testuale e scenica, che dagli abbozzi sembra cadere sostanzialmente – almeno per il montaggio dei testi – sulle spalle di Guaccero, mentre probabilmente alcuni bozzetti presenti nell’Archivio Guaccero, nonché sicuramente i bozzetti di scene e costumi preso l’Archivio del Teatro Massimo di Palermo sono stati realizzati da Nonnis.»
«Il lavoro, estremamente complesso e ampio, è diviso in tre parti (tre ‘atti’) eseguibili anche separatamente, delle quali le prime due presentano alcune continuità di figure ed elementi tematico-testuali (Hitler, Rajk, Oppenheimer, l’economista-conferenziere prof. Fisher…). La notazione delle durate è spazio-cronometrica, sia su pentagramma sia ‘in campo aperto’ con segni-simboli sintetici, e si estende a tutti gli elementi della drammaturgia (azioni, parole recitate o visualizzate, diapositive o filmati, luci, suoni su nastro magnetico, etc.); l’uso di episodi con indicazioni metriche – esplicite o implicite – è saltuario, e in genere legato a ‘citazioni’ musicali (proto-polifonia, Schumann). Accanto alla consueta sperimentazione (in tutte le direzioni parametriche) sul suono, è molto importante la configurazione dello spazio di esecuzione-fruizione nelle diverse parti, e spicca la già accentuata de-specializzazione dei performer: gli strumentisti sono anche vocalisti (inizio parte I) o attori (scene della parte II), così come il direttore della performance. Una compinente meta-linguistica, simile a quella presente negli ‘Incontri a tre’ e in Negativo, è ravvisabile chiaramente – attraverso il personaggio del Conferenziere – proprio nella parte II che cronologicamente è più vicina a quei lavori e alla scoperta di analoghi lavori meta-linguistici di Kagel e Schnebel. La componente improvvisativa è del pari presente, soprattutto nella parte III che chiude l’opera con una sorta di ‘esercizio’ esoterico come in Rappresentazione et Esercizio.» (Da http://www.guaccero.lim.di.unimi.it/)
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