Riferimento: Ensemble Italiano di Sassofoni
Quartetto Italiano di Saxofoni
«Nel quartetto "Sax Four Sax" l'esplorazione sonora si avvale di numerosi "espedienti tecnici" di snaturamento del suono, il tutto strutturato in un contesto compositivo che può richiamare la "libera improvvisazione jazzistica": ma il fatto che tutto sia scritto, pur nella libertà interna per ogni singolo strumentista di "respirare", sezione per sezione, gruppo per gruppo, secondo il suo libero intendimento interpretativo, costituisce una "forma" ovviamente ben diversa da quella di una improvvisazione jazzistica.
Analizzato con il senno di poi, posso affermare che forse la "scommessa compositiva" stava proprio in questa possibilità di "struttura aperta ma controllata", tale da dare come senso finale, all'ascoltatore, la sensazione che tutto fosse frutto di un libero fluire, una costruzione improvvisata ogni volta dagli esecutori.
Strutturalmente il brano è formato (anche se personalmente credo non abbia senso descrivere una composizione senza il necessario ascolto della stessa) da un tempo unico frazionato in sezioni con dinamiche ed agogica diverse, senza soluzione di continuità: come una serie di blocchi; tali blocchi si rimandano l'un l'altro strutture compositive e dinamiche, alternando momenti di concentrazione sonora ad altri di rilassamento, in una economia compositiva tesa al risultato di mantenere una costante attenzione nell'ascoltatore ma, nello stesso tempo, di "libertà" da parte dell'esecutore nei confronti della pagine scritta.
Un ultima annotazione sulla scrittura del quartetto: mentre lavoravo a questa composizione ricordo che pensavo e cercavo di sentire il "suono" del violoncello; questo mi ha portato a fare certe scelte strutturali rispetto ad altre, per rispettare la "sensazione" che sentivo per la "necessità di questo suono diverso": vedasi ad esempio l'episodio "Adagio" costituito da una base di doppi suoni fluttuanti che si scambiano, su tessiture quasi uguali, entrate ed uscite, tali da creare come un movimento di "marea", un flusso di andata/ritorno da cui emergono come relitti suoni debolissimi, scarti di melodia sospesi in questa malgama impalpabile, come apparizioni indecifrabili in una coltre di nebbia.
Riascoltando la bellissima esecuzione del brano fatta dal Quartetto Italiano di Sx mi sono accorto che era proprio questo il timbro del suono (quello del Vc) che scaturiva dall'ensemble in quel particolare punto...».
[CD • Quartetto di Saxofoni di Perugia]
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