Per Quartetto di saxofoni.
Prima esecuzione assoluta, in occasione del Monterchi Festival 2021, per Chiostri Acustici, IL 31/7/2021, da parte del Quartetto Cherubini (Simone Brusoni - soprano sax, Adele Odori - alto sax, Leonardo Cioni - tenor sax, Ruben Marzà - bari sax).
«Questo pezzo trae ispirazione da un essere vivente davvero peculiare: la rosa di Gerico. Con questo nome mi riferisco in realtà a due piante diverse, Anastatica hierochuntica e Selaginella lepidophylla (conosciuta anche come pianta della resurrezione). Entrambe hanno sviluppato strategie davvero interessanti per sopravvivere a una siccità prolungata.
Sono sempre stata affascinata dalla poesia che queste piante esprimono, ma c'è anche un legame emotivo, perché mia madre mi ha aiutata a scoprire queste bellissime piante.
Negli anni, ha preso l'abitudine di annaffiare la nostra piccola rosa (Selaginella lepidophylla) quando io e mia sorella torniamo a casa. La pianta può restare senza acqua e chiusa per periodi molto lunghi, mostrandosi come una palla secca di rametti aggrovigliati apparentemente morti. Ma quando le dai un po' d'acqua, si apre e ti mostra la vita che ha preservato così pazientemente.
Questa dicotomia mi ha ispirato. Così ruvido, chiuso e secco, un oggetto apparentemente morto che nasconde valori così gentili: rinascimento, pazienza, cura e la capacità di preservare qualcosa per così tanto tempo.
Ispirato da questo, ho dato una natura dualistica alla musica e ho dato forma alla narrazione oscillando tra gentilezza e un temperamento più duro.
Il brano parte da uno spazio davvero contemplativo in cui il baritono ha un chiaro ruolo evocativo. Questo primo pannello è quasi una preghiera che ci conduce alla poesia di un canto scarno assegnato al contralto.
All'inizio della composizione, come in seguito, c'è un ampio uso di un approccio minimalista.
Diversi linguaggi musicali sono collegati per creare un dialogo tra le due nature che volevo esprimere. La musica si muove dal minimalismo modale agli spazi di ricerca armonica, poi il cromatismo prende il sopravvento fino a percepire il cuore ruvido del pezzo e questo a un certo punto ci porta nella politonalità. Ciò accade soprattutto nella parte centrale del pezzo, dove le linee baritonali dell'inizio vengono mostrate da una prospettiva diversa.
Molti passaggi sono scritti usando intervalli non comuni per creare accordi che definiscono una certa estetica. Oltre a questo approccio, c'è anche una grande applicazione di tecniche provenienti dal mondo dell'orchestrazione jazz delle big band. Tuttavia, queste tecniche sono impiegate in modo personale che si riferisce molto di più alla musica europea del secolo scorso e convergono per creare l'estetica di un linguaggio specifico e personale.
Tutto questo materiale musicale è messo insieme e organizzato in modo davvero organico, dando al pezzo una forma narrativa definita. Nonostante l'uso di molte dissonanze e armonie cromatiche, emergono chiaramente parti tematiche. Direi che amo profondamente entrambi i personaggi della composizione e penso anche che quando si guarda più a fondo nella musica, ciò che predomina è la potenza e la poesia del canto.»
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