La partitura riporta per oboe (o sax soprano) e pianoforte (o clavicembalo) con grado di difficoltà medio-alto la cui I esecuzione si è tenuta ad Avellino in occasione del Festival di Musica Contemporanea 2005 nella versione per oboe (Luca Avanzi).
«Questo Rondò ripropone, rielaborato, il Rondò d¹aura per oboe e arpa con molti interventi sulla scrittura pianistica, mirati a conferire al pezzo una peculiare fisionomia strumentale. Una sommaria analisi della composizione è riportata sotto (in corpo più piccolo), traendola dal Rondò d¹aura per oboe e arpa.»
"Anche questo Rondò si dipana da una serie già descritta altrove e che qui si lumeggia nuovamente. Essa è caratterizzata da una successione di 11 intervalli, ciascuno dei quali subisce, rispetto al precedente, un incremento di semitono. Si genera così una gamma d¹intervalli che va dalla seconda minore (Mi#-Fa#) alla settima maggiore (Mi-Re#). Questa particolarissima serie fu ripetutamente usata dall¹autore.
La parola ³serie² evoca talvolta spettri di lugubri composizioni cariate da un eccesso d¹intellettualismo. L¹autore ha operato in modo da evitare il guasto predetto. È d¹altra parte innegabile che l¹adozione della serie non garantisce alcunché ma non impedisce alcunché. Similmente all¹utilizzazione di un qualsiasi altro codice. La qualità di una composizione non è infatti rinvenibile nei mezzi adottati ma nel modo in cui quei mezzi sono utilizzati.
La forma di questo Rondò è costituita da un Refrain che riappare molteplici volte, sempre variato e da 4 Variazioni vere e proprie. Al carattere melodico dei Refrain si contrappongono le ritmiche soluzioni delle 4 Variazioni.
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