Per mezzosoprano, coro femminile e orchestra (3(I Ott.).3 (III Cor. i.).3 (III Cl.b. ).3 (III Cfg.).Sxf./4.2.2.1./ Tp. Perc. A. /Archi) su testo di Torquato Tasso.
Prima esecuzione: Roma, Accademia di S. Cecilia, 20.12.1998 - Orchestra e Coro dell'Accademia di S. Cecilia, direttore Giuseppe Sinopoli, mezzosoprano Sarah Connolly.
«Il testo del brano è tratto dalle Rime d'amore di Torquato Tasso, la grande raccolta dove sono confluite le molte liriche che il massimo poeta del tardo rinascimento italiano ha dedicato all'universale tema dell'amore. La scelta è caduta su sette poesie che, attraverso altrettanti episodi musicali, disegnano un percorso emotivo che tocca i diversi momenti psicologici di un'unica, totalizzante esperienza: il rapimento, il dolore, la gelosia, la vendetta.
Nascosto tra le pieghe di un sapiente e raffinatissimo gioco verbale, un comune fondo di amarezza pervade tutte le sette liriche: non c’è piacere senza dolore, godere è un po’ anche morire. Armi, strali, punte si contrappongono a dolcezze, languori, vagheggi. Musicalmente il coro femminile e il mezzosoprano si alternano nel corso dei sette movimenti, creando una struttura a specchio, con la successione di tempi Mosso, Andante, Moderato, Adagio, Moderato, Andante, Mosso: solo nel quarto movimento, il ‘cuore’ espressivo di tutto il brano, i due 'antagonisti' vocali si trovano riuniti insieme in un lungo, intenso Adagio.
VI – Mezzosoprano
Bella non sète, o donna,
Ma belli fate i cori,
Belli gli animi vaghi e i vaghi amori;
Bello il soave sdegno,
Belli i miei dubbi ancor, belli i tormenti,
Le lacrime, i lamenti;
Bello il servir ne l'amoroso regno
Con fortuna rubella,
Per cui la morte e la vergogna è bella.» Dal sito dell'Autore.
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