Prima esecuzione italiana il 22/01/1994, a Chiaravalle, Rassegna “Contemporanea”, da parte del Kiver Ensemble.
«Ho avuto la possibilità di conoscere il Sx incontrandomi con M.Mazzoni. Con lui ho sperimentato diversi suoni, in particolare cercando di ottenere alcuni "trilli sulla stessa nota", e alcuni suoni multipli (sovrapposizione di armonici su un suono fondamentale con diteggiatura tradizionale) da me già utilizzati sul clarinetto: nonostante la differenza tra i due strumenti alcune mie ipotesi di lavoro si sono dimostrate realizzabili. Soprattutto il B e il T offrono proprio da questo punto di vista delle possibilità molto interessanti.
Dunque, solo dopo una indagine sui suoni ottenibili dal Sx, è iniziato il lavoro compositivo: quello che sarebbe troppo complesso raccontare, quello che mira a dar forma a qualcosa di ancor più impossibile da tradurre in parole. La musica infatti per me è un altro modo di parlare, o meglio di "dire" e di "dare" qualcosa.
Ricordo che per la prima volta in questo pezzo ho ricercato un modo "parlante" di intrecciare il rapporto tra gli strumenti; i quattro Sx mi hanno fatto pensare immediatamente a questo e può darsi che forse avessi in mente l'uso che dei Sx aveva fatto B.Maderna nel suo Don Perlimplin...
Ad ogni modo Pim sta per parlare è anche il tentativo di ottenere una forte tensione logica attraverso il continuo instaurarsi di rapporti dialoganti tra gli strumenti o, più spesso tra gruppi di strumenti.
Il titolo è tratto da Come è di S.Beckett. Agisce anche qui un dire puro, quasi senza riferimento con alcunché, un parlare incessante e luminare: e per ottenere tutto ciò una capacità costruttiva assolutamente lucida e precisissima. Ad essa e ad una stessa volontà di parlare aspira anche il mio lavoro».
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