di Berio, Luciano

Passaggio

Sop & O.+ A T - 1961/62 - 35' - Universal Edition - P13700

Dettagli opera

Messa in scena di L.Berio e E.Sanguineti per Soprano (solo), 2 Cori (2 SATB, coro A in orchestra, coro B in 5 gruppi, sparsi in platea) e Orchestra (2.0.3.2 – 1.2.2.1 - perc(5), hp, harm, alto sax, t.sax, e.guit, vla, vc, cb), dedicata a Darius Milhaud.
Première il 6.5.1963 a Milano da parte di Giuliana Tavolaccini (soprano), Kammersprechchor Zürich, Coro del Teatro alla Scala sotto la direzione di Luciano Berio e la direzione di scena di Virginio Puecher.


Commento all'opera

-«Passaggio (per soprano, due cori e strumenti) ha causato uno scandalo quando ha debuttato alla Piccola Scala nel 1963. Sapevo che il pubblico avrebbe perso la testa così ho preparato il coro al conseguente. Ho detto al coro che avrebbe dovuto partecipare non appena il pubblico si fosse messo a gridare, facendo eco all'ultima parola e improvvisando su di esso. E questo è esattamente quello che è successo. Qualcuno ha gridato "Buffoni". Il coro ha fatto eco alla parola immediatamente, accelerandola, sussurrandola, allungando la "o" e trasformando l’improvvisazione in parte della performance. Il pubblico è diventato completamente isterico perché aveva perso la possibilità di protestare».
-«In Passaggio, teatro musicale è impegnata nel tentativo di rendere il rapporto tra il pubblico e il palcoscenico più flessibile, quasi cercando di stabilire un dialogo fisico tra di loro. C'è, naturalmente, una sorta di grande musica d'avanguardia che, ponendosi come una sfida per il pubblico, quasi esige una reazione di rabbia in modo che il sibilo, il ronzio e le proteste diventano parte - casuale ma previsto - del concerto di suoni e rumori eseguite sul palco.
Ma gli autori di Passaggio non hanno adottato questa tecnica: nella creazione di un rapporto diretto tra palco e platea che prevedono che il pubblico può reagire, ma non vedere una tale reazione come un ingrediente essenziale dell'azione. Al fine di stabilire il dialogo un coro è distribuito tra il pubblico (Ritornello B, al contrario di un Coro che svolge nella buca dell'orchestra), che interverrà costantemente nella performance sul palco del protagonista, rivolgendosi a lei e commentando le sue azioni.
Il pubblico potrebbe reagire al coro con antagonismo irritato: ma che sarebbe una risposta superficiale, perché gli autori stanno invitando il pubblico a riconoscere se stesso in questo coro. Ci viene chiesto di svolgere un ruolo attivo: la comprensione che le reazioni, gli insulti e gli appelli del Coro B esprimono un punto di vista umano ben definito in cui tutti noi dobbiamo in qualche modo in grado di vedere noi stessi. Si tratta di un punto di vista fatto di conformismo, la difesa di tabù, l'egoismo, la pigrizia mentale, l'adesione dogmatica a principi fissi. E 'il punto di vista che caratterizza il pubblico con calma abitano tradizionali teatri d'opera, disposti nelle sue classi e pronti ad accettare l'ordine fisso delle relazioni tra l'uomo e l'uomo che la struttura stessa del teatro suggerisce.
A questo punto il pubblico può fare una ulteriore scelta e decidere se Ritornello B rappresenta davvero i propri ideali, le proprie paure, la propria rabbia e la propria pigrizia, o se debba lato con quello che Ritornello B si oppone: la solitaria figura della donna sul palco. Gli autori hanno chiamato Passaggio di una "Messa in scena", che al di là del suo equivalente francese "mise en scène", cioè, "messa in scena", significa anche in italiano una "Messa in scena" (non un opera, al fine di evitare malintesi inutili ): non si propone di presentare una trama riconoscibile, ma piuttosto di rappresentare una situazione umana di base per mezzo di una serie di nuclei drammatica. E 'il passaggio di un personaggio attraverso una sequenza di situazioni tragiche in cui possiamo immaginare la sua oppressa e picchiato dalla bestialità di altri che sono sicuri dei loro miti e le loro idoli. (Quando Berio e Sanguineti riuniti per creare questo lavoro, ognuno aveva in mente un modello femminile.
Gli autori hanno parlato di una "passione profana": è come se il protagonista subisce le stazioni di una moderna via crucis le cui momenti sono di cattura (la donna contro un muro), la tortura, la prigionia, che assume la forma di una sorta di grottesco asta pubblica in cui il prigioniero viene ridotto a merce, la ridu


Registrazioni

[Ensemble Intercontemporain], [Orchestra del Teatro Carlo Felice], [Orchester des Bayerischen Rundfunks], [Schola Heidelberg


 

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