Riferimento: Mondelci, Federico
Versione stereo 1993, versione surround 2007.
Opera commissionata da Federico Mondelci Selezione ICMC '97 – Tessaloniki e menzionata al XIV Concorso Internazionale di Composizione Franco Evangelisti – Saxofonie, organizzato da Nuova Consonanza a Roma il 31.5.2011.
1ª esecuzione: Atene, Festival at Aixoni Theatre 23.9.1993 interprete Federico Mondelci.
comunque il significato non va ricercato nei suoni in sé,
ma nella relazione che i suoni hanno
con la personale storia di ogni ascoltatore.
«"Doppio solo" è una composizione per sax contralto amplificato e suoni campionati di sax basso e sax contralto realizzata presso lo studio dell'autore dopo un periodo di ricerca sulla tecnica esecutiva del Sax compiuta in collaborazione con F.Mondelci.
L'idea fondamentale che sta alla base di questo pezzo consiste nel mettere a diretto confronto, nella realizzazione di una stessa idea musicale, un esecutore dal vivo ed una esecuzione realizzata tramite computer e di considerare come elemento creativo le possibili differenze tra le due.
L'intenzione è stata quella di realizzare un'opera in cui potessero convivere al massimo livello tecnico ed espressivo le due componenti (quella virtuosistica dell'esecutore e quella, in certi versi altrettanto virtuosistica, del montaggio in studio) ottenendo un risultato che non fosse un compromesso tra tecniche diverse ma una vera e propria espansione degli universi sonori possibili.
La composizione è pensata come un pezzo teso a sfruttare al massimo livello l'abilità del solista. La parte dal vivo e la parte sintetica sono entrambe sempre presenti e spesso sono strettamente unite (ognuna come un'ombra dell'altra), sia come carattere delle figurazioni melodico ritmiche, che come timbro e tessitura. In realtà abbiamo quindi un solista reale ed uno virtuale che eseguono un medesimo solo. Da qui l'origine del titolo.
In "Doppio Solo" non sono presenti soltanto tecniche diverse, ma anche gli elementi stilistici sono difficilmente riconducibili ad un unico modello precostituito storicamente. Pur mantenendo una innegabile unitarietà, si è cercato infatti di ottenere un risultato musicale al di sopra della classificazione dei generi e delle varie correnti, utilizzando sistemi che nonostante oltre cinquant'anni di convivenza appartengono ancora a concezioni lontane tra loro.
Descrizione della forma.
Il pezzo è diviso in cinque sezioni secondo lo schema A,B,A',C,A".
Le sezioni A sono costituite da più linee melodiche molto strette tra loro (una dal vivo ed altre sintetiche in numero variabile da una a cinque) che seguono esattamente lo stesso andamento sinuoso. Le tre sezioni sono differenziate soprattutto dai diversi registri in cui suona il A: la prima parte è scritta prevalentemente nel registro grave, la seconda nel registro medio, mentre nel finale del pezzo si raggiunge il registro acutissimo.
Nelle sezioni B e C il rapporto tra suono dal vivo e suono sintetico è meno stretto. La sezione B ha il carattere di fascia sonora continua ed è realizzata unicamente da sovrapposizioni di tremoli, ribattuti soffiati e colpi di chiave che formano un denso agglomerato armonico cangiante. In questa sezione il solista ha una parte di tremoli molto libera.
La sezione C, all'opposto, è realizzata solo con suoni cortissimi. La parte sintetica è composta unicamente da un tessuto ritmico di slap (colpi d'ancia) del BS: fino a otto linee ritmiche semplici, di poco sfasate tra loro per una diversa velocità metronomica, sono state sovrapposte in modo da formare un pattern ritmico molto complesso e variabile gradualmente.
Realizzazione tecnica.
Il problema principale affrontato nella realizzazione in studio della parte sintetica è stato quello della ricostruzione del carattere saxofonistico delle frasi che fosse nello stesso tempo credibile ma che superasse ampiamente le possibilità tecniche dello strumentista.
Questo risultato è stato ottenuto in primo luogo grazie ad un lavoro che in ogni sua fase (registrazione, organizzazione dei campioni e realizzazione delle sequenze) ha sempre mantenuto un alto grado di qualità del suono.
Per la registrazione digitale dei suoni dei Sax di F.Mondelci sono stati utilizzati due microfoni Neuman U87 posti molto vicini agli strumenti in modo da registrare anche i rumori della meccanica ed il soffio dell'esecutore, componenti che in questo pezzo hanno un ruolo non trascurabile. Dalla registrazione sono stati in seguito selezionati e ricampionati circa 400 diversi suoni che sono poi stati memorizzati con una frequenza di campionamento di 44.1 Khz in due campionatori Akai S1000 aventi una capacità totale di circa 18 Mbyte. Il fatto di usare due campionatori non è tanto legato ad un problema di capacità della memoria, ma alla possibilità di avere contemporaneamente 32 suoni invece di 16 e di potere organizzare 32 programmi completamente indipendenti dal punto di vista della comunicazione via MIDI.
Per poter ricostruire liberamente con il montaggio digitale l'articolazione melodico ritmica i suoni sono stati campionati tutti singolarmente (fanno eccezione alcuni tremoli, alcuni ribattuti ed alcuni suoni multifonici tenuti che hanno la durata di qualche secondo). Questa scelta è stata fatta per potere controllare completamente la ricostruzione delle frasi musicali e, pur cercando di mantenere sempre una stretta analogia con la qualità espressiva dell'esecuzione dal vivo,superare i limiti tecnici degli strumenti meccanici, soprattutto per la velocità e la chiarezza dell'articolazione.
L'organizzazione dei campioni è stata fatta secondo cinque diverse tipologie timbriche: suoni di chiavi, slap, staccati, tremoli, ribattuti e multifonici. Inoltre i campioni sono stati suddivisi in 32 programmi diversi assegnati ad altrettanti canali MIDI. In ogni programma è contenuto un diverso timbro che riproduce tutta l'estensione dello strumento reale.
Generalmente si è cercato di mantenere il più possibile la riconoscibilità del suono originale senza alterare elettronicamente il segnale digitale. Soltanto alcuni tremoli sono stati abbassati di una o più ottave per ottenere una funzione di bordone. Anche alcuni slap, in una breve parte del pezzo, sono stati raddoppiati di velocità e quindi alzati di una ottava, per ottenere un suono non realistico.
Il progetto della partitura e della sequenza dei campioni è stato realizzato con un comune sequencer commerciale su computer Atari. Nell'organizzazione delle sequenze dei suoni, alcune soluzioni adottate sono degne di nota:
-Per le tre sezioni A è stata creata una sequenza indipendente, parallela alle sequenze melodiche, per il rumore delle chiavi. Questa soluzione, oltre a rendere più reale l'effetto complessivo, ha permesso di accentuare più o meno la precisione dell'articolazione ritmica indipendentemente dagli altri suoni, semplicemente variando l'intensità dei colpi di chiave;
-La velocità metronomica subisce continuamente piccole e quasi impercettibili variazioni che servono ad accentuare il carattere dell'andamento delle frasi, come accade realmente in una esecuzione dal vivo. Generalmente si ha una piccola accelerazione nei crescendo dinamici ed un rallentamento nei decrescendo e nel finale di ogni frase».
«Note per la parte elettroacustica.
La parte preregistrata comprende 7 files audio, di cui uno è una traccia di click per la sincronizzazione dell’esecutore con i suoni preregistrati. Gli altri sei files audio sono i suoni di sax che vengono diffusi su 6 diversi altoparlanti. Tuttavia se si dispone di un impianto audio più limitato l’esecuzione potrà essere effettuata mixando i files su 4 o 2 altoparlanti.
Il sax contralto dal vivo deve essere amplificato allo scopo di uniformare il più possibile il suono dal vivo con quello preregistrato. Possibilmente il segnale del suono dal vivo dovrà essere inviato ad un settimo altoparlante, diverso da quelli che diffondono il suono preregistrato, posto in alto al centro del boccascena del palcoscenico, esattamente sopra all’esecutore.
L’esecutore dovrà essere munito di un Hear Monitor collegato alla regia per ascoltare il click in cuffia al fine di essere sempre sincronizzato con la base sonora.»
Neuromante
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