Riferimento: Cerasa, Vittorio
Versione originale del brano per cui è previsto l'utilizzo dell'elettronica successivamente aggiunta.
Eseguita per la prima volta da Emanuele Raganato. Questo lavoro è stato premiato in concorsi di composizione ma pur essendo un brano di grande interesse non è mai stato pubblicato.
«Lùnula è dedicata a Vittorio Cerasa che ne curò le prime esecuzioni contribuendo a dettagliare la partitura con diteggiature e accorgimenti tecnici utili agli altri interpreti. Un ringraziamento particolare ad Andrea Carrozzo che ha proseguito il lavoro interrotto con Vittorio, curando la revisione del brano, verificando e aggiornando tutte le diteggiature riportate in questa edizione.» dall’Edizione Ermes
«Lùnula II è una composizione per sassofono contralto solo e live electronics composto nel 2005 (un'elaborazione della versione originale del brano in cui non era previsto l'utilizzo dell'elettronica). In questa composizione il riferimento extra-musicale è rappresentato da una breve poesia di Paul Klee. Il componimento poetico si presenta come un'opera pittorica: il testo infatti si tramuta in un mosaico di colori all'interno del quale il segno-parola perde il suo ruolo di significante per trasformarsi direttamente in significato. La relazione che si instaura tra l'opera di Klee e la composizione musicale poggia il suo senso sull'idea di arco che il testo conserva, sia nel suo significato che nella sua struttura formale. La poesia descrive un percorso di luce che, partendo dal “grigiore della notte”, raggiunge l'apice del bagliore accecante con il simbolico riferimento a Dio per ritornare poi nuovamente nelle fredde ombre della notte. Un percorso, questo, che disegna un cammino ciclico, un perenne ritorno, con un chiaro riferimento all'alternarsi del giorno e della notte. Il titolo stesso della composizione infatti si riferisce all'immagine della luna falcata, archetipo per Paul Klee della ciclicità, del kyklos.
Partendo da questi presupposti il brano è costruito sul continuo alternarsi e combattersi di due elementi musicali opposti, ognuno dei quali descrive un percorso diverso facendo riferimento uno all'idea di ciclicità, l'altro all'idea di arco. Nella sua successiva rielaborazione, l'aggiunta del live electronics ha contribuito a sottolineare e ad approfondire il contrasto e l’opposizione che si viene a creare tra i due elementi musicali che costituiscono su diversi livelli, la struttura portante dell’intero lavoro. Attraverso l’ elaborazione elettronica del suono si è cercato di restituire l’idea della trasfigurazione presente nel testo poetico, costruendo come uno specchio sonoro capace di alterare il suono-immagine originale, creando così un dialogo ipotetico fra l’esecutore e il suo riflesso sonoro.»
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«Nel brano non vi è una suddivisione metrica in battute, sono presenti però indicazioni metronomiche che potranno dare un’indicazione chiara dei tempi d’esecuzione pur lasciando all’esecutore un margine di libertà all’interno del quale potrà muoversi. I respiri indicati sono da intendersi quasi come punteggiatura di un discorso e contribuiscono a dare forma all’intera struttura del brano. Non sono da intendersi come pause, ma proprio come respiri fraseologici che non potrebbero altrimenti essere indicati. Le alterazioni valgono solo per le note davanti alle quali sono poste, sono comunque presenti alterazioni precauzionali.» dall'Edizione Ermes 404
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