Rappresentazione sonora in sette quadri. Per attore, tre voci femminili, coro di voci bianche, gruppo strumentale (fra cui un interprete al saxofono soprano e clarinetto), elettronica e banda. Movimenti: 1.Il castello - 2.La città - 3.La condanna - 4.La fuga - 5.Il viaggio - 6.Le isole felici - 7.Epilogo. Musica e libretto di Giovanni Guaccero. Fonti del libretto: testi sacri, testi documentali, C. Baudelaire, Euripide, P. V. de Caminha, H. von Hoffmanstall, F. Kafka, F. Nietzsche, P.P. Pasolini, F. Pessoa, A. Schnitzler, Voltaire. Prima esecuzione in occasione del 45° Festival di Nuova Consonanza / Accademia Americana, Villa Aurelia (Roma, 16/11/ 2008).
DAL PROGRAMMA DI SALA:
Le Isole Felici di Giovanni Guaccero
Una passione raccontata con voci e strumenti in sette quadri.
«La “dialettica tra storia e natura”, di cui parlò Enzo Siciliano recensendo Salmo Metropolitano nel ’98, in questo nuovo lavoro di Giovanni Guaccero Le Isole Felici (una passione) – su libretto dello stesso compositore, ispirato a fonti sacre e di autori classici della letteratura – sembra spostarsi definitivamente verso il versante della “natura”. Almeno questo nelle intenzioni del protagonista della vicenda, un Ninetto-viandante, trasformazione o alter ego del “giovane infelice” pasoliniano presente nel Salmo, che qui, svegliato improvvisamente da un personaggio “fuori campo”, cerca di destarsi dallo stato di semincoscienza in cui si trova e di ricordare il percorso che lo ha portato da più di trent’anni alle Isole Felici. E’ il ricordo della fuoriuscita dalla condizione di infanzia. Del successivo vagare in una grande città (una plumbea Roma anni ’70). Di un cammino di “passione” che mano a mano riaffiora senza sapere se è stato vissuto o solamente immaginato o sognato. Di una fuga. Di un lungo viaggio verso il luogo del desiderio, le Isole Felici, dove si perde la coscienza e si può raggiungere uno stato di piena e assoluta felicità.
I ricordi, le visioni, i sogni che gli riaffiorano alla memoria non modificano però la scelta definitiva di Ninetto di restarsene lì dov’è, nonostante l’insistenza della voce fuori campo, perché lì risiede la vera felicità, con tutti i rischi che questo comporta.
Ma chi è questa figura innocente di adulto-bambino incarnata dalla “maschera” di Ninetto? E’ un uomo? Un uomo che racconta il suo viaggio verso la terra del desiderio, il paradiso perduto, l’altrove che da secoli riempie la fantasia del nostro immaginario atlantico, dall’antichità al medioevo (e in particolare della poesia lusitana)? O è una sorta di “messia”? Che racconta la sua personale “passione”, il suo viaggio verso l’ “altrove” (le Isole dei Beati della mitologia classica) e la sua volontà di non ritornare nuovamente tra gli umani? Ma forse la vicenda narrata non è altro che un tentativo di risveglio da uno stato di oblio, condizione che alla fine però il protagonista Ninetto non vuole abbandonare, perché l’unica felicità possibile risiede nella perdita totale del sé, e il personaggio-maschera non è altro che una maschera di “follia”, di “disadattamento”, dietro cui può nascondersi un’umanità che oggi non riesce più a vivere pienamente il proprio rapporto con la realtà.
Superati gli schematismi novecenteschi, la scrittura di Guaccero fa così tesoro delle esperienze avute negli ultimi anni nei vari ambiti delle tradizioni sperimentali romane, e genera un racconto sonoro strutturato in sette quadri che si snoda attraverso il contrappunto di diverse fonti, le quali concorrono a creare un’opera di confine tra i linguaggi della musica contemporanea, dell’improvvisazione e della canzone».
Nella tua zona non abbiamo trovato un riparatore. Per segnalare un riparatore premi qui