Riferimento: carrozzo, andrea *
La composizione, per saxofono contralto e pianoforte, è dedicata al Duo Carrozzo – Fasiello che ne offrirà la prima esecuzione il 25 settembre 2019 in un concerto a Jakarta (Indonesia ) presso la Usmar Ismail Hall, dove il Duo sarà ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Jakarta.
“Al crepuscolo sognò la statua.
La sognò viva, tremante:
non era un atroce bastardo
di tigre e di puledro,
ma era al tempo stesso
quelle due creature
impetuose e anche un toro,
una rosa, una tempesta.
Quel dio molteplice gli rivelò
che il suo nome terreno era
Fuoco”.
(J. L. Borges, Le rovine circolari).
«Questa frase di Borges è stato un fulmine a ciel sereno quando, qualche anno fa, lessi per la prima volta la sua raccolta di racconti Finzioni. Sono sempre stato affascinato dal fuoco, elemento dal forte significato simbolico presente in tutte le culture e le religioni, e a cui l'umanità deve gran parte della sua storia. Ma il grande scrittore argentino mi ha fatto vedere in esso qualcosa di nuovo: la sua molteplicità di forme. Si tratta di una percezione soggettiva, basata sull'intuito del singolo, e non ha ovviamente un'interpretazione univoca. Ma è proprio in questo che risiedono il suo fascino e la sua magia. Da allora ho associato alla musica la possibilità di plasmare forme diverse con la stessa sostanza, e ne ho fatto l'elemento essenziale della mia poetica.
Le forme del fuoco porta l'ascoltatore in un'atmosfera onirica in cui figure musicali diverse e contrastanti si succedono in una forma aperta estremamente plastica. L'utilizzo di un materiale armonico alquanto esiguo, costruito in un ambito frequenziale volutamente ristretto, mi ha consentito di dipingere un paesaggio sonoro in cui le cellule principali assumono a tratti un profilo melodico, a tratti contorni impetuosi; in certi punti divengono figure ritmiche dall'incedere meccanico e ossessivo, in altri suoni lunghi che si perdono nel silenzio.
Il fuoco, quest'elemento meraviglioso eppur tremendo, indispensabile e al contempo distruttivo, mi ha guidato nella composizione di questo brano dai contorni indefiniti, in cui l'esecuzione stessa diviene un rituale in cui i musicisti dipingono sulla tela del tempo figure mutevoli in cui è sempre possibile riconoscere l'essenza della sostanza primordiale che le ha generate.»
Le forme del fuoco
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