Opera da camera in 8 quadri con immagini, su testi di Antonino Cicero, per voce di soprano, coro da camera, coro recitante, attori, ballerini, flauto, clarinetto, sax tenore, corno in fa, tromba, percussioni e pianoforte.
Prima esecuzione il 29 luglio 2012 presso l’atrio del Palazzo Vescovile di Cefalù.
«L’opera ha come obiettivo quello di celebrare la memoria, riprendendo lo schema classico della tragedia. Attraverso la musica, la danza, le immagini, il dialogo recitato e cantato da attori e coro, l’Albero della libertà tenta di veicolare un messaggio semplice, chiaro, potente nella sua concisa schiettezza: la memoria è identità. Identità di un popolo, in questo caso quello siciliano, che sconta il paradosso triste di dover raccontare quella memoria attraverso la mafia che ha ucciso i suoi bambini, le sue donne, i suoi uomini. Tutte vittime che non hanno chiesto d’immolarsi o d’essere eroi, ma solo di portare a termine la propria vita ed il proprio lavoro perché questa terra non fosse più soffocata dall’ingiustizia del sistema criminale.»
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