Per voce recitante, oboe, fagotto, sassofono contralto, tromba, pianoforte.
Prima esecuzione il 28.10.2006 per “Poesia in Musica - a Maria Luisa Spaziani” organizzato dal Conservatorio Statale di Musica G. B. Pergolesi di Fermo presso la Sala dei Ritratti del Palazzo Comunale di Fermo da parte di Mauro Pierfederici (voce recitante), Renato Paparelli (oboe), Marco Bottai (fagotto), Massimo Mazzoni (sassofono), Renzo Pasquarè (tromba), Fausto Bongelli (pianoforte).
«È un melologo in cui la voce recitante declama dei versi, mentre la musica ne sottolinea i sentimenti, le emozioni e le passioni. Il testo declamato è una poesia di Maria Luisa Spaziani, una delle più grandi poetesse del nostro tempo. La musica che lo accompagna è data da un doppio trio: sax contralto, tromba e pianoforte e da oboe, fagotto e pianoforte, che ad un certo punto diventa un quartetto di fiati (oboe, fagotto, tromba e sax). Dovendo descrivere dolore e sofferenza, la musica diventa molto dura e dissonante, basandosi sulla politonalità e sulla sovrapposizione di melodie diverse su tonalità differenti. Nell’introduzione, su un ostinato del pianoforte, il sax e la tromba si imitano polifonicamente sulla melodia gregoriana del “Christus factus est”. La stessa cosa avviene sella seconda sezione, tra l’oboe e il fagotto, su uno strato sonoro del pianoforte, mentre la voce recitante declama la prima parte della Via Crucis della poetessa. Nella terza sezione, sempre su un ostinato del pianoforte, la tromba ripresenta la melodia gregoriana, mentre il sax le sovrappone la melodia dello Stabat Mater di Kodaly, creando una politonalità molto dura. Nella quarta sezione torna la voce recitante sostenuta solo da oboe e fagotto, che si imitano su due tonalità differenti, ma con maggiore dolcezza r delicatezza. A questo punto ci sono due citazioni classiche: prima l’inizio dello “Stabat Mater” di Pergolesi e poi una strofa di quello di Kodaly, la cui melodia principale, in precedenza, era stata anticipata dal sax. Chiude il brano una sezione molto dura basata sul solito ostinato del pianoforte, che però aggiunge nella parte superiore degli intervalli di terza che si alternano ad altri intervalli di terza dati dal sax e dalla tromba, in una sonorità politonale molto dissonante, che vuol simboleggiare l’atrocità della morte, che è la naturale conclusione del percorso della Via Crucis. La scelta del sax nella composizione è stata dettata dalla presenza a Fermo di un altro importante sassofonista, Massimo Mazzoni, che ha partecipato alla prima esecuzione della Via Crucis, avvenuta a Fermo il 28 ottobre del 2006.»
La Via Crucis
La Via Crucis
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