Riferimento: Filippetti, Enzo
Per Sassofono contralto e sistema di feed-back.
Prima esecuzione assoluta presso il LIPM di Buenos Aires in Argentina il 29/08/2011: Enzo Filippetti – Sax.
È anche nota una versione del 2013 che porta l’indicazione per Sax contralto e Wind-back.
È stato eseguito in prima italiana il 22.10.2013, nell’ambito di EMUfest – International Electroacoustic Music Festival organizzato dal Conservatorio di Musica di S. Cecilia, con Sassofono contralto: Enzo Filippetti; Live electronics: Michelangelo Lupone; Regia del suono: Federico Scalas.
La Prima esecuzione assoluta della versione definitiva, produzione Centro Ricerche Musicali – CRM, è stata tenuta il 17 novembre 2019, in occasione del CONCERTO DI CHIUSURA PRIMO MEETING INTERNAZIONALE DI INFORMATICA MUSICALE E MULTIMEDIALE nell’ambito delle manifestazioni de La biennale di Venezia 2019; al sassofono, interprete Windback Enzo Filippetti.
«Ho composto questo brano musicale con l’intento di comprendere e usare in modo espressivo il sistema di eccitazione e risonanza del Sassofono. Per questa ragione ho applicato, sulla campana dello strumento, un piccolo altoparlante che riproduce il suono del Sassofono e lo invia all’interno del corpo risonante (WindBack). Il flusso d’aria dell’altoparlante, la cui propagazione ha una direzione contraria all’emissione dello strumento, provoca un feed-back acustico che sostiene in modo infinito la colonna d’aria e il suono. Questo intervento mi ha dato la possibilità di esplorare il timbro con modalità non convenzionali e di scoprire dettagli e comportamenti dello strumento nascosti alla mia conoscenza precedente.
Ho diviso il brano in tre macro sezioni con una breve coda conclusiva. Nella prima sezione i suoni si presentano con relazioni semplici e conquistano progressivamente la complessità attraverso mutazioni interne dovute ai battimenti e ai conflitti armonici. Nella seconda sezione emergono i ritmi e le articolazioni di masse granulari che provocano deformate acustiche stridenti tra loro.
Nella terza i suoni tendono a confluire in un insieme quasi armonico e formano una polifonia ben definita che si disperde nella coda finale, dove è solo il corpo risonante dello strumento a interagire con l’interprete.»
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