Farsa ilaro-tragichissima in 2 atti su libretto di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale, dal romanzo omonimo di Andrea Camilleri.
L’ Orchestra è ripartita in scena (1 Clarinetto piccolo in Mib, 1 Flicorno tenore in Sib, 1 Controfagotto, 1 Percussionista: cassa e piatti, campane tubolari, gong intonato Si 2, 3 Violini primi, 2 Violini secondi, 2 Violoncelli) e in buca (2.2.2.1.Sax; 4.2.1; 3Perc. 1Elettronica; 10.8.6.4.2)
L’opera ha riscosso il 2° premio ex-aequo nel “Concorso internazionale Giuseppe Verdi per la composizione di un’opera lirica” organizzato dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del 1° Centenario della morte di Giuseppe Verdi.
«L’opera appartiene dichiaratamente al genere farsesco, per la presenza di episodi apertamente parodistici di altre opere ed altre musiche; per la pervasiva presenza di musiche “di genere”, dai generi considerati “alti” a quelli “bassi”, dallo stornello di Traquandi al salmodiare dei fedeli nella chiesa di Vigàta, dalla cavatina di Effy alle varie marce e marcette, dai temi “patetici” alla musica “contemporanea”; per l’abbondante uso di musiche “di scena” ed “in scena”; da ultimo per le scene d’argomento “triviale” e per l’uso nel canto di un lessico colorito e dialettale. Nella scelta dell’aggettivo ilaro-tragichissima è implicito un riferimento alle farse veneziane del Settecento.»
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