«Successivamente alla “Sinfonia Sacra” del 1946, approda, tramite successivi accostamenti, alla adozione integrale del sistema dodecafonico, pur contemperato con istanze tradizionali, soprattutto negli schemi costruttivi.
Appartengono a questo period il “Concerto per pianoforte e orchestra”, “Le quattro poesie” di Vigolo, l'Ouverture per orchestra “Della campana” e la “Sonata” per violino e pianoforte, l'”Allegria” su testi di Ungaretti, ma il lavoro più importante di questo periodo è “I sette peccati”, mistero musicale coreografico, rappresentati per la prima volta al Teatro alla Scala (1956)».
«Mistero coreografico, è l'opera decisiva di Veretti per il passaggio alla scrittura secondo il metodo dodecafonico pur non abbandonando il tipico stile personale di una scrittura lineare ed elegante.
Ognuno dei sette peccati, espiato coralmente tramite un canto penitenziale, dà origine ad una pagina sinfonica: Passacaglia (Superbia); Scherzo (Avarizia); Invenzione canonica (Accidia); Ostinato (Ira); Aria (Invidia); Gagliarda (Gola); Largo per archi (Lussuria).»
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