Un’Opera da camera di teatro-musica per voci di soprano e baritono, voce recitante, quartetto di saxofoni, su libretto di Giuliana Adamo (da Correva l'anno 1698 quando nella città accadde il fatto memorabile di Maria Attanasio).
Prima esecuzione: Festival “Nuova Consonanza” 57.a edizione, Roma, live streaming il 29 novembre 2020 con interpreti: Patrizia Zanardi (Francisca, soprano), Roberto Abbondanza (L’Inquisitore, baritono), Massimo Venturiello (Voce recitante); MP Saxophone Quartet: Emanuele Dalmaso (sax soprano), Mattia Grott (sax contralto), Sveva Azzolini (sax tenore), Simone Dalcastagné (sax baritono).
«Un’opera nuova di teatro-musica del compositore Cosimo Colazzo. L'opera, dal titolo Francisca, su libretto di Giuliana Adamo (docente di Italianistica al Trinity College di Dublino) da un racconto di Maria Attanasio (autrice Sellerio), tratta il tema dell’identità e delle relazioni di genere, della diversità, dell’Altro, di come tutto questo diventi fortemente problematico – al nostro sguardo e allo sguardo sociale - quando un soggetto pensato come unitario mostra dentro di sé le forme dell’alterità, del duplice, del polimorfo.
Da una storia vera, che la scrittrice Maria Attanasio ha indagato minuziosamente in archivi, nasce un racconto ridefinito in libretto da Giuliana Adamo, che levita in musica e diventa rappresentazione di teatro-musica.
Francisca è donna, ma le circostanze della vita l'hanno portata a assumere comportamenti e sembianze virili. Questo crea un corto circuito, sino alla deflagrazione di un rifiuto da parte della comunità, che la accusa di stregoneria. L’inquisitore, per una volta illuminato, la manderà assolta.
Siamo alla fine del ‘600, in Sicilia, a Caltagirone. Francisca, giovane vedova, pauperrima e analfabeta, condannata dal suo Tempo a fare la prostituta o ad entrare in un convento, decide, invece, di restare nel mondo assumendo una doppia identità per poter lavorare come bracciante giornaliero. Si fa 'Huomo-Fimina', scelta che le procura la fama di strega e che la porta davanti al Tribunale dell’Inquisizione per essere giudicata. Il popolo si aspetta la sentenza di morte. L’Inquisitore, Don Bonaventura Cappello, la ascolta, è dibattuto al suo interno, e tra i suoi convincimenti e l’urto della folla che reclama il capro espiatorio, ma infine la salva, benedicendola, assicurandole la sua protezione e legittimando il futuro di lei “che di Fimina operava di Huomo”. Egli vive su una faglia, su un discrimine storico: preavverte il nuovo tempo che porta a una visione più laicizzata delle cose e del mondo, ma, per il suo ruolo, deve conservare intatto il passato. Compirà una scelta che è specchio di una vera e propria svolta storica: certe verità ritenute assolute diminuiscono il loro valore, diventano un pregiudizio che la ragione può guardare criticamente.» (da https://www.eventbrite.it/)
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«Francisca è donna, ma ha dovuto assumere sembianze virili per poter sopravvivere in un mondo che non annette possibilità a una giovane donna vedova. Lavora a giornata, come bracciante, ed è abilissima nei lavori di campagna. Ma presto si vocifera di lei, che non si sa dire se uomo o donna, e monta la riprovazione: potrebbe essere una strega. Finisce a giudizio dell’Inquisizione. Ma per una volta l’Inquisitore nella vittima individua il fattore umano. E la assolve. La benedice e la protegge.
Un’opera, questa di Colazzo – da una cronaca vera di fine ‘600, indagata minuziosamente dalla scrittrice Maria Attanasio per un suo racconto edito da Sellerio, quindi resa in libretto da Giuliana Adamo – che parla musicalmente delle questioni di genere e di come il pregiudizio pubblico possa far smarrire la ragione, sino al rituale sacrificio del capro espiatorio.» YT
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