Opera di teatro musicale intermediale per voci, solisti (flauto, sassofoni, tuba, trombone, percussioni), voce recitante, banda, live electronics e nastro magnetico.
«Ispirato direttamente tanto dalle varie versioni dell'Apocalisse evocata da Giovanni, Geremia, Ezechiele e gli altri profeti, che dalla visionarietà contemporanea di Kafka, Eliot, Enzensberger, Frammenti sull’Apocalisse è un patchwork multimediale che riflette sul rapporto fra testo, musica e immagini utilizzandolo come metafora il caos stordente della società contemporanea, e trovando una particolare ispirazione nell'esperienza del "teatro musicale" di tradizione ebraica di Moni Ovadia. Daniele Abbado, artista che da anni conduce una personale riflessione e ricerca nella direzione di una reale sinergia fra immagine, musica e testo, afferma come «Alla base è la necessità di esprimere, attraverso la coesione di elementi visivi, musicali, testuali e spaziali, un "sentimento etico" del mondo contemporaneo vissuto nella impossibilità apparente di una moderna teleologia». Fotografia drammaturgica della "disgregazione culturale" del contemporaneo, Frammenti sull’Apocalisse riflette lo smarrimento sociale anche nel suo costante trasgredire e poi riprendere le regole teatrali. Un naufragio contraddittorio fra musica, testi, video e gesti protagonisti di «una catastrofe destinata a ricomporsi costantemente in un ordine simbolico superiore».» (Guido Barbieri)
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