Per pianoforte, trio di saxofoni e due percussionisti.
«Fotogramma offre uno studio sulla memoria e la percezione di un singolo evento musicale. Il brano trae il proprio materiale d’origine da una precedente composizione, nella quale una serie di piccole azioni musicali in rapida successione costruivano un’unica azione musicale più grande; da qui il titolo Fotogramma e l’idea di sperimentare cosa succederebbe se si potesse congelare un fotogramma fermando il fluire dell’azione e modificarlo, osservando quali conseguenze tali cambiamenti avrebbero sull’aspetto generale al riprendere dello scorrere dell’azione stessa. Per quanto riguarda l’organico, troveremo pianoforte, percussioni (tra cui piatto immerso nell’acqua) e tre sassofoni, tutti contralto, poiché sono da considerarsi come un unico strumento capace di polifonia, un’unica entità che spesso si deforma o si sdoppia. Tutto l’organico nel suo insieme è sottoposto a un graduale processo che dall’inizio alla fine snatura la natura del proprio suono, facendone perdere o confondere le caratteristiche tipiche, parallelamente al progressivo modificarsi dei fotogrammi, i quali, solo nelle ultime battute, completano la propria mutazione. Un solo frammento dunque viene dilatato nel tempo e intervallato da più silenzi, sempre più lunghi. Questi silenzi non vanno intesi come pause; essi sono piuttosto momenti di tensione verso ciò che avverrà poi in successione.»
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