Opera in un atto su libretto di Sandro Cappelletto per voci (Personaggi: Carlo Broschi, Detto Farinelli, Sopranista - Carlotta, Ms. - Filippo V, Br. - Elisabetta Farnese, S. Leggero - 1° Dottore, T. - 2° Dottore, Br. - 3° Dottore, B. - Br. - Un Bambino, Voce Bianca - Farinelli Vecchio, Voce Recitante), Coro di uomini e donne, Orchestra (1 (anche Ott.).2 (II anche Cor. i.).2 (II anche Cl.b.).1.Sxf. / 2.1 / Pere. (= 1 esec.) / Archi (6.6.4.4.2.)).
Prima rappresentazione: Narni, Festival Operaincanto, 25.10.1996 - Orchestra In canto, complesso vocale In Canto, direttore Fabio Maestri, regia di Marina Spreafico. Interpreti principali: Roberto Abbondanza, Susanna Rigacci, Bernadette Lucarini, Paolo Bonacelli.
«Il privilegio estremo concessso a un cantante: fare della propria voce la cura - l'unica - capace di salvare un "Terror del mondo". Carlo Broschi Farinelli e Filippo V di Spagna, il re pazzo. Il giovane castrato arriva nella cupa reggia una sera d'agosto, per un solo concerto. Resterà 22 anni, ogni notte, sempre di notte, esalando arie, padrone e servo delle peripezie della mente del suo sovrano e schiavo. Un'esperienza assoluta, feroce.
Ora che è vecchio, passato di moda, dileggiato, vive rinchiuso nella sua villa bolognese tra clavicembali appartenuti a re, violini di Stradivari, tele di Velasquez e gioielli, troppi gioielli. Lo accudisce, oppiacea, una nipote speranzosa della morte precoce dello zio ricchissimo, dell'evirato cantore che aveva sacrificato la vita e il corpo alla propria arte. A lui non resta che ricordare. La memoria, breve conforto per chi era stato paragonato a Dio, e che ora, in una sorta di contrappasso crudele, va fuor di senno come il suo regale paziente.
La follia di Spagna, evocata nel flash-back che costituisce il nocciolo dell'azione, è compresa in un atto unico e incorniciata da un prologo e un epilogo bolognesi.
Suggestioni: il potere tenuto e perso, insieme alla sua dignità; un universo teatrale e artistico che, giunto al culmine, rapidamente si erode e crolla; l'irrealtà sublime e la verità di una voce perduta (per lui e per noi) per sempre.
Una voce , una vocalità che si fa stile, sogno, teatro delle meraviglie , delle passioni e dei tormenti: come evocare tutto ciò, come riappropiarsene, se non con la complicità del mezzo elettronico, duttile ormai al punto di piegarsi alle più varie e complesse esigenze espressive, sotto la veste di qualsivoglia linguaggio? Una voce dello spirito, della fantasia, che nasce nell'uomo e si trasforma nella macchina per tornare ad essere mito, sogno irragiungibile di potenza, non solo fantastica, ma anche terrena, sociale e politica. Intorno alla voce e alle sue possibili manipolazioni, costruire dunque un dramma della follia, del potere e della solitudine, agito da personaggi storici, sì, ma insieme figure a noi molto vicine nella loro tormentata solitudine esistenziale.» Dal Sito.
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