Ex qua mundo lux est orta (Fulgit Crucis) per Quartetto di saxofoni.
Prima esecuzione assoluta, il 26/11/2022, da parte del Vagues Saxophone Quartet (Andrea Mocci – sax soprano, Francesco Ronzio - alto, Mattia Quirico - tenore, Salvatore Castellano - baritono), in occasione de “I colori dell’aria 2” presso la chiesa di Santa Croce di San Pellegrino Terme (Bg).
«… una “sacra conversazione” site specific scritta appositamente per l’occasione e ispirata, nelle sue linee essenziali, alla pala cinquecentesca raffigurante una Madonna col Bambino in trono e Santi di Francesco Rizzo da Santacroce – pittore nativo del luogo ma di formazione veneziana e discepolo di Giovanni Bellini -, collocata dietro l’altare maggiore.
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Attraverso un vorticoso impiego di temi mariani, Balza ha dato voce ai vari personaggi che figurano nel dipinto (Maria, Gesù Bambino, i quattro santi attorno al trono, gli angeli, il puttino musicante in primo piano), intrecciando le linee strumentali in un susseguirsi di passaggi e citazioni, al cui centro svetta il fulget Crucis tratta dall’inno dei vespri della Settimana Santa Vexilla regis.
Come scrive la stessa compositrice: «Quattro i temi mariani che emergono dalla conversazione dei quattro strumenti: il popolare Mira il tuo popolo per tratteggiare i quattro santi, la bucolica Ave Maris stella per delineare il tratto un po’ birichino del bimbetto musicante, il tenero e austero Tota pulchra per rappresentare la Madonna in trono col Bambino, e il luminoso Ave regina coelorum per accompagnare la danza degli angeli in cielo colti nell’atto di coronare la Vergine.
E al centro di questa conversazione, come un filo rosso che accompagna il tutto, la citazione del fulget Crucis. La Santa Croce trapela nella struttura del dipinto e, allo stesso modo, intesse la struttura del dialogo musicale. La Vergine reca nel mondo la luce (ex qua mundo lux est orta), recita l’antifona Ave regina coelorum. Questa luce è Cristo, salvezza per gli uomini, salvezza che si realizza pienamente nel mistero della Santa Croce.
Il brano è diviso in quattro parti che si succedono l’un l’altra senza interruzione: introduzione, pastorale, moderato e vivace conclusivo, in cui i sassofoni soprano e contralto si rincorrono in una imitazione libera e gioiosa del tema a ricordarci i due angeli nella parte superiore del dipinto, mentre gli altri due strumenti punteggiano con un ritmo ostinato e staccato fino alla progressiva salita finale che conduce alla citazione dell’“ex qua mundo lux est orta”.
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Poi, per sottolineare che la luce è Cristo e che la salvezza passa attraverso la Santa Croce, il brano si conclude con un’ultima e definitiva ripresa del fulget Crucis. Come si conviene ad una sacra conversazione, l’opera di Francesco Rizzo da Santacroce è piena di vita, ritmo, colore, slancio, tenerezza, gaudio, compostezza, movimento ed equilibrio, qualità che ritroviamo anche nei quattro sassofoni, strumenti duttili, dai mille colori, ricchi di ritmi e sfumature timbriche.» https://www.santalessandro.org/
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