Installazione video con sax tenore e vibrafono.
«“Prima ero schizofrenico, ora siamo guariti”: questa frase, dallo humour yiddish, è stato lo spunto extra-musicale da cui sono partito e che ha tormentato la scrittura di “Doppel-Ich”. E non solo la scrittura musicale, ma anche queste poche righe, presupponendo un altro da sé, un osservatore altro, distante e lucido, rimandano ad essa. Il risultato è spaesante. E poiché a questo la mente vacilla (così come ha vacillato la mia, per esempio., nel gioco tra l'unisono e la doppia ottava), riesco a dire con fatica solo questo: che tra il prima (ero schizofrenico) e il dopo (siamo guariti), l'hic et nunc del gesto musicale che fi¬nalmente si compie, resta forse lo spazio dal confi¬ne labile in cui l'animo si placa, un sottile strato di terra, lo spazio indeterminato e mobile del terminatore su cui insiste il nostro io: non fa in tempo a riconoscersi che è già di nuovo doppio.»
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