di Bruni Tedeschi, Alberto

Diario, ultime pagine

O.+ 2Sx - 1994 - 72' - Edizioni Suvini Zerboni - P10857

Dettagli opera

Balletto. Sequenza in sei episodi per orchestra (4.4.4.4. - 4.3.3.1. - 2 Sax. - Tp. - Perc. [Gc., Tbl., Trg.,Wbl., Ps., Tamb. s.c., Pt. vol., Tab., Tam., 3 Tt., Cp., 3 Bg., Glock.] - Xyl. - Vibr. - Cel. - Flex. - Pf. - Ar. - A.).
I 6 episodi: I° Episodio: Sonno interrotto; II° Episodio: Folgore - Diagnosi - Dubbio; III° Episodio: Affanno - Terrore; IV° Episodio: Rassegnazione – Interrogativi - Speranze; V° Episodio: Ricordi - Preghiere; VI° Episodio: Allucinazioni - Epilogo.


Commento all'opera

«Sua ultima composizione, il balletto Diario, ultime pagine, composto tra il 1992 ed il 1994, nel quale sentì la necessità di descrivere la malattia e la fine della vita di un uomo. Subito dopo si ammalò e morì a Parigi il 17 febbraio 1996».
«È il racconto musicale di una grave malattia dall’esito scontato.
Un cuore che man mano manca i colpi: il battito di quest’organo irregolarmente veloce, affrettato, tumultuoso, marcherà tutta la composizione come tema conduttore (interpretato in orchestra da una percussione caratteristica, non elettronica).
Inesorabile e freddo l’elettrocardiogramma registrerà il decorso fino all’appiattimento finale.
E sarà lo stesso battito che, nei ricordi del paziente, avrà marcato di allora gli impulsi amorosi, i successi, gli insuccessi tutto quanto insomma ognuno di noi ha provato nel corso della propria esistenza: entusiasmi, delusioni, vittorie e sconfitte grandi e piccole.
Il paziente comprende, nel suo inconscio, che non potrà salvarsi: è davanti a se stesso solo, inesorabilmente solo, come lo si è nei momenti supremi.
Alberto Bruni Tedeschi compose questo balletto tra il 1992 ed il 1994 quando era in piena salute: sentì la necessità di descrivere la malattia e la fine della vita di un uomo.
Stranamente, appena terminato, quando già aveva iniziato un’altra composizione di argomento decisamente allegro, si ammalò e visse un anno e mezzo di malattia, fino al giorno della sua morte: esattamente come aveva previsto nel balletto.
Aveva immaginato quello che gli sarebbe accaduto: gli orrori delle “rianimazioni”, le visioni dell’aldilà, i ricordi della vita, i lunghissimi silenzi per giornate intere, questo interminabile viaggio all’interno di sè, come preparazione ad un altro viaggio nel mistero. Il distacco dalle cose e persone della sua vita, punteggiato dalle cure di medici ed infermieri, dalla devozione dei familiari pronti a tutto per salvarlo, da notti bianche piene di speranze e scoraggiamenti.
Non potè ascoltare questa sua ultima composizione, forse, inconsciamente la compose affinchè “dopo”, noi che siamo rimasti, possiamo, realizzandola, capire e far capire quello che un uomo prova all’avvicinarsi del momento estremo». (da http://www.brunitedeschi.com/)


 

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