Concerto per quartetto di saxofoni e banda (Organico: ottavino 2 flauti oboe fagotto clarinetto in sib I clarinetto in sib II clarinetto in sib III clarinetto basso 2 sax alti sax tenore sax baritono 3 corni 2 cornette 3 trombe 2 tromboni trombone basso tuba timpani vibrafono marimba glockenspiel campane tubolari 2 percussionisti: claves, triangoli, tom piccolo, medio e grande, snare drum, grancassa, piatto sospeso, piatti, ride).

1° Minimal Jungle

2° Munchs Hus

3° Funkallegro

Prima esecuzione assoluta del "Concerto per quartetto di saxofoni e banda", dedicato al Coritage saxophone quartet, il 14 febbraio 2018, Teatro Sicomoro, Montirone – Brescia, da parte del Coritage Saxophone Quartet (Guido Consoli, saxofono soprano - Lorenzo Ricchelli, saxofono contralto - Matteo Tamburlin, saxofono tenore - Roberto Genova, saxofono baritono) e l’Orchestra di Fiati "Brixiae Harmoniae" dir. Giulio Piccinelli.

«Il Concerto per quartetto di sassofoni e banda è un concerto tradizionale quanto alla suddivisione formale in tre movimenti con il movimento centrale lento ma presenta alcune spero piacevoli anomalie quanto al contenuto degli stessi.   Il primo movimento, Minimal jungle, si rifà alla musica minimal americana nella costante motricità e nell impiego di pochissime armonie e nel dipanarsi graduale degli eventi sonori. All’uso dei temi che caratterizzano i classici primi movimenti di concerto qui è stata preferita la giustapposizione di segnali musicali come la squillante cascata di un accordo, l’alternarsi rapido di poche note che creano l’effetto di un treno, il dipanarsi di ricchi e articolati arpeggi su delle armonie ripetute, un fitto intrico di linee dei solisti che suggeriscono il rigoglio di una foresta (da cui il titolo).  Il secondo movimento, Munchs hus, è costituito da una breve , languida sequenza di accordi che è proposta più volte utilizzando i colori delle famiglie strumentali della banda. Si ispira ad una visita alla casa museo del pittore Edvard Munch.  Il terzo movimento, Funkallegro, è un pezzo di ispirazione jazzistica e come vuole indicare il titolo, presenta un ritmo rude e incalzante attraverso l’esposizione di riff semplici e ripetitivi.  Il quartetto dei sassofoni solisti è molto spesso pensato ed utilizzato quasi si trattasse di un unico strumento , polifonico nella maggior parte dei casi ma anche spesso utilizzando dei raddoppi o delle ottavazioni come fosse un grande sassofono amplificato.»