l 28 settembre La Biennale di Venezia, 63° Festival Internazionale di Musica Contemporanea, ha presentato in prima esecuzione assoluta al Teatro alle Tese dell’Arsenale Come foglia opaca per soprano, sax, fisarmonica, pianoforte preparato, chitarra elettrica, contrabbasso, synth e risonatori, commissione La Biennale di Venezia. Ne è stato interprete l’Ensemble L’Arsenale diretto dall’Autore.
«Anche quando si segue un percorso prestabilito capita di fare degli incontri non pianificati. Si tratta di piacevoli coincidenze che, se colte, possono ramificare la prospettiva di un brano. È successo anche questa volta. Ai The Feeling Sonnets di Eugene Ostashevsky, nei quali viene enfatizzato un inglese consapevolmente inesatto, segue una serie di casuali letture di vari autori che mi riportano sempre al concetto dell’uso deformato e a volte contraddittorio della parola o, più in generale, di un qualsiasi mezzo espressivo. Tutto viene visto come un oggetto sbiadito. Il terzo e quinto sonetto, dai quali ho estratto dei frammenti, parlano delle mani, ma si tratta solo di una delle possibili letture. Una sorta di illusione. Sembrano chiedere “Come si possono esprimere le emozioni in una lingua che non è la tua?” Qualsiasi tentativo fragile e ambiguo racchiude in sé una forza originaria. Il lavoro si lascia guidare da questa incertezza. Un “non dire” attraverso quelli che sono i miei consueti tarli: il detrito, la nenia, la precarietà. Sulla linea della parola, sempre in bilico tra domanda e risposta, la voce cantilena e si culla all’interno di un meccanismo lento e zoppo, utilizzando gestualità semplici, primitive e ridondanti. L’organico è quello dell’Ensemble L’Arsenale, caratterizzato dalla mistura atipica di strumenti convenzionali e di loro possibili estensioni, luogo nel quale colloco da tempo parte del mio lavoro».
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