di Corrado, Pasquale

Arcipeloghis

S/B & Ens - 2010 - 12' - Edizioni Suvini Zerboni - 13529

Riferimento: Marzi, Mario


Dettagli opera

Concerto per sax baritono & soprano e ensemble (flauto in sol, flauto in do, clarinetto in Si bemolle, clarinetto basso in Si bemolle, percussioni [vibrafono, frusta, 4 campane tubolari, radio, crotalo, tam tam, gran cassa, timpano, tom grande, 5 temple blocks], pianoforte, violino, violoncello)
1a esecuzione assoluta il 27/2/2010 a Monza, Rondò 2010, Teatrino di Corte della Villa Reale: Mario Marzi – saxofoni e il Divertimento Ensemble a cui è dedicato e Sandro Gorli - direttore.


Commento all'opera

«Arcipeloghis è un viaggio. Il termine è un neologismo, frutto della mia fantasia, scaturito dall’immagine spunto di base del brano: gli elementi dell’Ensemble come isole, diverse le une dalle altre, tutte dotate di una propria storia, di una propria realtà individuale, eppure strettamente e inevitabilmente interconnesse tra loro al punto da formare un unico insieme, indivisibile e inimmaginabile altrimenti. La narrazione procede in un luogo, dove ho voluto piegare i timbri, modulare le tecniche strumentali, dilatare le figure melodiche d’ogni singolo strumento lungo un percorso armonico rigorosamente progettato e scandito sulle frequenze del sassofono. Lo strumentista è un navigatore esperto e curioso che viaggia per mari sconosciuti ma bonari, circondato da una foresta di fonemi nuovi ma tra loro simili, con cui egli dialoga; egli è dedito ad evidenziare ed esaltare i sapori e i profumi che catturano di più la sua sensibilità. Il brano si compone di sorprese timbriche e di figure nuove, che si presentano agli occhi del solista, come una vegetazione inesplorata. Egli si abbandona alla natura contagiandola e lasciandosi contagiare da quello che più lo attrae, che più lo suggestiona. Di qui l’immagine dell’ensemble come grande “sassofono” che ne amplifica il suono e ne sollecita alcune frequenze; l’Ensemble come eccitatore di sapidità delle caratteristiche sonore del sassofono.
Il brano si compone di due momenti distinti, il cui passaggio dall’uno all’altro è segnato dal cambio del sax baritono con il sax soprano. Si celebra così un rituale, anche scenico, durante il quale il sassofono viene posto al centro del cerchio musicale e da qui in poi tutto diviene scintillante e per la prima volta accecante.»


 

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