Riferimento: Mondelci, Federico
«Col sax si rivitalizzano suoni carichi e di storia e di preistoria; [...] [riferendosi ad una semplice melodia realizzata dal T in una successione di bicordi. NdA] [...] tende ad un'immediata comunicazione e insieme rimanda ad un universo linguistico innegabilmente altro: il suono si muove in uno spazio libero, come se nessuna violenza l'avesse mai alienato.
La peculiarità, e direi la bellezza, del Sx, quale si rivela attraverso queste nuove tecniche, sembra consistere nella concretezza materiale del suono, che, ben lontano dal ridursi a fantasma, ha un corpo fisico preciso e plastico, che gli permette di mantenere intatta la sua pluridimensionalità linguistica». Dalla rivista "Il sassofono" n. 0, agosto 1988, pag. 23.
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