di Berio, Luciano

Alternatim

Cl & O.+ S A - 1997 - 30' - Universal Edition - 31439

Dettagli opera

Doppio concerto per clarinetto, viola e orchestra (4.1.5.1 - 1.2.1.1 - sop.sax, alto sax, ovvero 1 flauto, 2 ° flauto, flauto 3, flauto 4 (+ piccolo), oboe, clarinetto in mi bemolle, 3 clarinetti in Sib, clarinetto basso in Sib, sassofono soprano in Sib, sassofono contralto in Mib, fagotto, corno in fa, 2 trombe in Do, trombone, basso tuba, 8 violini I, 8 violino II, 6 viole, 6 violoncelli, 4 contrabbassi) scritto per la maison Vandoren e dedicato a Renzo Piano per il Suo sessantesimo compleanno.
Prima mondiale il 16.6.1997 presso la Concertgebouw Amsterdam nei Paesi Bassi con l’Orchestra Koninklijk Concertgebouw diretta da Luciano Berio e solisti Paul Meyer al clarinetto e Christophe Desjardins alla viola.


Commento all'opera

«Il termine alternatim evoca una tecnica medievale secondo la quale monodia e polifonia, voci e organo si alternano ma in questo “doppio concerto” per clarinetto, viola e orchestra il termine é usato in senso metaforico. Il discorso musicale é costituito prevalentemente da linee in continua trasformazione che si alternano e si intrecciano. Tutte le funzioni musicali sono generate dai solisti. Essi interagiscono con l’orchestra attraverso figure che sono più o meno simili, più o meno tematiche e più o meno riconoscibili, che “alternativamente” vengono assorbite e riemergono dal tessuto e dal silenzio orchestrale».
«Berio richiama sonorità innovative da questo ensemble. Ciascuno dei legni è a volte chiamato a produrre "multifonici": accordi fantasma tratti da questi strumenti a note singole con l'uso di diteggiature speciali e attento controllo della pressione della respirazione. Cinque archi solisti (due violini, viola, violoncello e contrabbasso) assoggettano i loro strumenti ad una accordatura non standard (scordatura) che permette arpeggi e armonici nuovi. Gli archi occasionalmente usano anche un effetto di archeggio ultra lento per produrre un distintivo suono stridente.
The clarinet and viola soloists begin the work unaccompanied, gradually summoning orchestral violas and members of the clarinet family. Soon, the scordatura orchestral soloists appear, deployed against the non-scordatura solo strings' sallies and wind-fragments; then tutti flourishes launch the main body of the work. During the second half of Alternatim, repeated-note figures play an increasingly dominant role in the texture, often muttered in pianissimo spasms. The scordatura soloists reappear before a closing episode, in which the orchestral textures gradually evaporate behind fragmented clarinet and viola comments that evolve toward final stasis. Berio has provided the following commentary:
“The term “alternatim” evokes an antiphonal medieval technique also developed throughout the fifteenth century, featuring alternations between Gregorian chant and polyphony or between voices and organ. However, in this „double concerto'" for clarinet, viola and orchestra, the term is used metaphorically. The musical discourse consists mostly of interweaving lines, whose contours are constantly transformed. All of the musical functions are generated by the soloists. They interact with the orchestra through figures which are more or less similar, more or less thematic and more or less recognizable - these “alternatively” emerge and subside in the orchestral texture and silence”». (Luciano Berio da note di Benjamin Folkman)


 

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