Per orchestra da camera (2 flauti, oboe, clarinetto in sib, clarinetto basso, sax contralto, fagotto, corno in fa, tomba in do, 4 violini, viola, 2 violoncelli, contrabbasso, percussioni).
«Il brano è stato commissionato come esercitazione per il “Laboratorio orchestrale di musica contemporanea” del Conservatorio di Torino (da qui l’insolito organico). Doveva richiedere agli esecutori alcune tecniche non troppo consuete, ma doveva anche poter essere preparato in pochissime prove: ne è nato un brano strutturalmente semplice, nel quale però vengono attraversati diversi climi (dal più rarefatto al più tumultuoso) e tutti gli esecutori hanno almeno un momento di un certo impegno. Il titolo deriva da quello di una poesia di Samuel Beckett, che a sua volta cita l’omonimo genere provenzale nel quale si usava cantare la tristezza degli amanti costretti a separarsi alle prime luci del giorno. Gli ultimi versi della poesia, citata in epigrafe nella partitura, dicono: «there is no sun and no unveilling / and no host / only I and then the sheet / and bulk dead» («non ci sarà sole né svelamento / né alcuna moltitudine / soltanto io e quindi il foglio / e massa inerte»).»
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