Melologo dedicato a Piccola Accademia degli Specchi con due versioni del testo, in francese e in italiano, per flauto, pianoforte a quattro mani, sassofono soprano, violino, violoncello, voce recitante su testo di Chiara Piola Caselli tratto da Victor Hugo.
Prima esecuzione assoluta il 19.11.2009 presso il Centre d'Etudes S. Louis de France di Roma in occasione del Festival Bagliori d'Autore da parte di Matthias Kadar (voce recitante) e l’ensemble Piccola Accademia degli Specchi diretti da Giovanni Rosati.
«Il brano Actes et Paroles è stato composto su commissione del Festival "Bagliori d'Autore", dedicato, per l'edizione del 2009, alla figura e all'opera di Hugo. Si tratta di un'opera per ensemble strumentale e voce recitante, su testo, a cura di Chiara Piola Caselli, tratto dal discorso sulla Révision de la Constitution che Hugo pronunciò di fronte all'Assemblée Législative nel luglio del 1851 ("Discours à l'Assemblée législative (1849-1851)" in "Actes et Paroles - Avant l'Exile"). In quella storica orazione, Hugo, allora deputato dell'Assemblea Costituente, prese apertamente posizione contro Luigi-Napoleone Bonaparte, che, in procinto di preparare un colpo di stato, aveva deciso di abrogare parzialmente il suffragio universale, recente conquista della democrazia francese. L'idea da cui sono partito è stata quella di cercare di restituire, con la musica e la recitazione, l'atmosfera, l'immagine stessa di quella orazione, per la quale Hugo fu condannato all'esilio. La versione del testo di cui ho fatto uso è stata curata ed adattata appositamente da Chiara Piola Caselli, lettrice d'Italiano presso l'Université de Poitiers in Francia.
Nel testo del discorso di Hugo sono descritte, via via che l'oratore procede, le reazioni dell'Assemblea, le urla, i fischi, lo sdegno. Ho elaborato un tema semplice, ritmico e armonico, che ho affidato al pianoforte e che si mantiene costante durante tutto il brano, crescendo progressivamente di intensità. Questa pulsazione incalzante rappresenta il fluire inarrestabile degli eventi, che porterà inevitabilmente alla condanna, all'esilio. Su questo flusso sonoro, gli altri strumenti dell'organico emergono in un processo cumulativo che segue il progredire della voce recitante: i singoli temi melodici entrano in gioco come i brusii attorno all'oratore mentre prende la parola, permangono per tutta la durata, fino ad espandersi in un culmine di eccitazione quando l'oratore infiammato si approssima a concludere. Le ultime parole di Hugo sono amare, e suonano come un preludio all'esilio, e la musica, alla maniera madrigalista, finge per assecondare questa mestizia, per poi tornare d'improvviso, nel finale, a sottolineare i passaggi più brillanti del discorso che ancora risuonano nella sala.»
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