Per ensemble di pianoforte, quartetto d'archi, tromba, trombone, sax soprano e fagotto.
Prima esecuzione per i concerti del Quirinale, Domenica 1 ottobre 2017, Palazzo del Quirinale, Roma.
Si può ascoltare come sfondo musicale nella trasmissione RaiCultura e RaiRadio3 “A Singolar tenzone! - Mimmo Cuticchio - Giacomo Cuticchio Ensemble”.
Cunto: Mimmo Cuticchio - musiche: Giacomo Cuticchio Ensemble - primo violino: Marco Badami - secondo violino: Filippo Di Maggio - viola: Cantone Massimo - violoncello: Paolo Pellegrino - sax soprano: Nicola Mogavero - fagotto: Filippo Barracato - tromba: Sergio Caltagirone - trombone: Fabio Piro - pianoforte: Giacomo Cuticchio.
Produzione Associazione Figli d’Arte Cuticchio
«Un viaggio in un tempo senza tempo, dove il cunto antico di Mimmo Cuticchio e la musica contemporanea del figlio Giacomo si scambiano intenzioni, si cedono il passo vicendevolmente, si fondono in un gioco, a tratti semplice e armonioso a tratti spericolato e acrobatico, sulle gesta di Orlando, valoroso paladino, l’eroe per eccellenza, austero, coraggioso e devoto al suo dovere di capitan generale dell’esercito francese. Un racconto focalizzato sulla drammatica e spettacolare rotta di Roncisvalle, dove troveranno la morte Orlando e altri trecento impavidi paladini. Per la prima volta i temi musicali della battaglia, del galoppo, del lamento, della marcia reale, che Giacomo Cuticchio ha composto appositamente per questo “viaggio”, si uniscono ai ritmi, ai toni e alla possente vocalità di Mimmo Cuticchio, capace di interpretare oltre quaranta personaggi diversi e trasformare il cunto in canto. Un’opera per voce e musica, nella quale la narrazione tiene le fila del racconto e la musica ne sottolinea e ne esalta i ritmi e l’emozione. La suite per fiati, legni, ottoni ed archi è eseguita da un ensemble di nove musicisti. Strumento portante è il pianoforte, omologo del piano a cilindro negli spettacoli tradizionali, che Giacomo suonava da bambino agli inizi del suo apprendistato di oprante. Mimmo e Giacomo Cuticchio sono rispettivamente padre e figlio. Il primo, prendendo le mosse dal cuore profondo della tradizione dell’Opera dei pupi, l’ha rilanciata in una prospettiva contemporanea e al contempo ha salvato dall’oblio il “cunto”, rimarcando sempre la propria discendenza dai maestri del passato. Il secondo muove i suoi primi passi di oprante-musicista sul terreno fertilissimo arato dal padre; successivamente, il suo incontro con l’opera di Philip Glass e l’amore per la musica antica, rinascimentale e barocca, lo hanno spinto verso una ricerca sonora originale, per molti versi analoga a quella del padre, oggi riconosciuto il massimo innovatore dell’Opra.»
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