Per quartetto di saxofoni.
Inizialmente diffusa come "Gravity II" nella sua forma definitiva ha assunto il titolo "A New Gravity".
Con il cambio del nome è interessante notare come anche la spiegazionedell'autore dell’opera ha assunto un nuovo aspetto:
«A New Gravity è una rilettura, con profonde mutazioni e molto materiale nuovo, del precedente brano Gravity, composto per violoncello e contrabbasso. Simile nell’impianto generale, con i suoi momenti dialogici, gli episodi di una ieraticità quasi immobile e le parentesi di furiosa baruffa, cambia (oltre che per la presenza, come detto, di molto materiale nuovo) nell’aspetto timbrico che naturalmente è mutato per adattarlo alle possibilità del nuovo organico»
che originariamente recitava:
«Gravity II è una rilettura del precedente brano Gravity, composto per violoncello e contrabbasso. Molto simile nell’impianto generale, con i suoi momenti dialogici, gli episodi di una ieraticità quasi immobile e le parentesi di furiosa baruffa, cambia nell’aspetto timbrico che invece è completamente mutato per adattarlo alle possibilità del nuovo organico. Le molte sottili differenze fra i due brani, se si esclude una parte dell’episodio centrale che è completamente nuova, consistono soprattutto nell’aggiunta di parti in funzione ora di controcanto, ora di antagonismo rispetto ai materiali precedenti, e in alcune situazioni armoniche ripensate. Tanto che il brano appare come un ben diverso organismo, che condivide con il suo predecessore trama e discorso ma riesce a creare una ambientazione del tutto nuova.»
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