Nato a Borgo Sacco, Rovereto, allora parte dell'Austria-Ungheria, da famiglia di umili origini, fin dall'infanzia espresse un notevole talento musicale incoraggiato dal padre che suonava il flicorno baritono nella banda del paese. Fino al 1894 non intraprese studi regolari di musica, ma familiarizzò con gli strumenti musicali che aveva a disposizione come la chitarra dello zio, il violino ed il clarinetto nella banda ed un vecchio organo della chiesa. Dal 1894 al 1896 frequenta il Liceo di Rovereto (sembra che il brano intitolato "Serenata e Barcarola" del 1894 fosse la prova di ammissione) studiando nella classe di V.Gianferrari. Studiò successivamente e si diplomò nel 1901 presso il Conservatorio di Pesaro, diretto da Pietro Mascagni.
Nel 1908, Arrigo Boito, fiducioso del talento del giovane musicista lo presentò all’Editore Ricordi, che lo incaricò di comporre la sua prima opera lirica, la fiaba "Il grillo del focolare" con la quale si impone all'attenzione del pubblico e della critica. Seguirono le opere "Conchita (1911)", "Melenis" (1912) e "Francesca da Rimini" (1914), dall’omonima tragedia di D’Annunzio, considerata il capolavoro di Zandonai, introducendo nel modo musicale italiano, imperniato sul melodramma verista, elementi del sinfonismo tedesco e dell'impressionismo musicale francese. Anche le successive opere, fra le quali "Giulietta e Romeo" (1921), "I cavalieri di Ekebù" (1923), "Giuliano" (1928), "Una partita" (1933) e "La farsa amorosa" (1933) contengono pagine di notevole freschezza ed inventiva. Si ricordano, per orchestra, le composizioni, "Quadri di Segantini" (1911), "Patria lontana" (1918), "Rapsodia trentina" (1937), concerti per vari strumenti, fra cui il "Concerto romantico" (1921) per violino e orchestra ed il "Concerto andaluso" (1937) per violoncello e orchestra. Scrisse anche musica sacra: la "Messa da Requiem" ed il "Te Deum", musica per il balletto "Biancaneve", musica per film e pagine corali di vario genere.
Fu anche un sensibile direttore d’orchestra, ruolo per cui ebbe una intensa attività in Italia e all'Estero come interprete di musiche sue e di autori suoi contemporanei., compositore di musica sinfonica e cameristica.
Dopo vicende politiche che lo videro oggetto di persecuzione si stabilì nel 1940 a Pesaro, dove prese la direzione del locale Conservatorio di Musica, fino all’anno della sua morte, avvenuta nel 1944.
-- Alla vasta produzione di opere teatrali affianca una altrettanto importante produzione strumentale in cui è sempre chiaramente espresso il legame alla natura e l'"interpretazione timbrica" degli aspetti più lietamente descrivibili.
-- Quando Puccini morì senza aver completato la musica per l'ultimo atto di “Turandot”, fu tra i diversi compositori della casa editrice Ricordi presi in considerazione per il completamento dell’opera. Puccini stesso, nell’ultimo periodo della sua malattia, sembra avesse sostenuto la scelta di Zandonai, ma il figlio Tonio Puccini, per motivi oscuri, pose il veto a tale scelta. Anche Toscanini guardava con approvazione la scelta di Zandonai. Si suppone che Tonio Puccini pensasse che Zandonai fosse troppo noto e volle così evitare l’associazione del suo nome all’opera, che avrfebbe potuto mettere in ombra il padre. Fu infine Franco Alfano ad essere scelto per completare la Turandot .
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