Laureato in filosofia magna cum laude è anche compositore, musicista e studioso di Musica elettroacustica e elettronica (computer music) formatosi presso il Conservatorio di Cagliari dove ha conseguito il diploma di II livello in Musica Elettronica con la valutazione 110/110 con lode. Ha partecipato nel 1996 agli Internationale Ferienkurse fur Neue Musik di Darmstadt dove ha studiato tra gli altri con K. Stockhausen e M. Spalinger.
Attivo dalla metà degli Novanta, ha realizzato in Italia e all’estero composizioni per musica da camera, allestimenti teatrali, computer music, arte elettronica, acusmatica e opere multimediali e vanta un meritatissimo background assai prestigioso a livello internazionale.
Nel 1997 e’ stato compositore ospite alla Biennale di Musica Contemporanea di Zagabria. Nel 1999 ha partecipato come compositore al Festival Internazionale di Musica Contemporanea di Pola (Croazia) e ha partecipato a Szombathely (Ungheria) ai Seminari di composizione dell’Internazionale Bartok Festival dove ha studiato con M. Jarrell e M. Stroppa. Una sua composizione è stata selezionata e eseguita durante lo svolgimento del festival, “Cablogramma” per violoncello e elettronica, realizzata con tecniche di sintesi del suono elaborate con il software Csound). Ha partecipato come compositore e contribuito a promuovere l’organizzazione nel 2000 di un seminario tenutosi a Grosignana (Istria) da Agostino Di Scipio sull’uso del Kyma (sound design environment) per la composizione musicale algoritmica. Nel corso del seminario ha realizzato per Kyma la composizione “Sintesi”. Ha partecipato nel 2003 alla Biennale di Musica Contemporanea di Zagabria sia come compositore che conferenziere: qui è stata eseguita in prima assoluta la composizione “Cifre” per quartetto d’archi per elettronica e quartetto d’archi e ha tenuto una conferenza dal titolo “Criticism and sound: Music for programe” in occasione del Simposio Internazionale dedicato al tema “Musical constellations in the digital age”. Nel 2004 ha collaborato come compositore con un’equipe di architetti alla realizzazione del progetto “Urban development of Buzin motorway intersection” promosso dal comune di Zagabria per l’edificazione e l’animazione di una zona periferica della citta’ adiacente all’aereoporto. Il progetto è stato insignito del secondo premio. Nel 2005 ha composto le musiche per lo spettacolo teatrale “Requiem” su testi di A.Tabucchi, regia di A.Iovinelli, rappresentato presso l”Istituto Italiano di Cultura di Zagabria. Nel 2006 ha composto le musiche per lo spettacolo teatrale “Orazi e Curiazi” per la regia di A.Iovinelli realizzato in collaborazione con la filodrammatica dell’Universita’ di Zagabria e l’Istituto Italiano di Cultura rappresentato sia in Croazia che in Ungheria.
Nel 2007 ha partecipato come musicista e compositore al Festival Music in Touch organizzato da Spaziomusica Ricerca (Cripta di S.Domenico - Cagliari, Italia) con la performance audio-video “Jet Lag” realizzata con R.Musanti. Nel giugno 2008 ha partecipato come compositore e videoartista alla messa in scena de “Der Gelbe Klang” (Il suono giallo) di V. Kandisnkij promosso e prodotto dal Conservatorio “G. P. da Palestrina” di Cagliari. Nel 2009 ha partecipato al Art Swap East Festival di Londra con l’installazione audio-video Immagine sonora.
Da alcuni anni collabora attivamente con il pittore e artista elettronico Tonino Casula alla realizzazione di musiche per cortronici (cortometraggi elettronici). Frutto di questa collaborazione sono una serie di Cortronici (video Tonino Casula, musica Roberto Zanata) selezionati e presentati in occasione di diversi Festival internazionali quali: IV Simultan Festival (Romania – Timisoara - 2008), Optica Festival (Spagna – Gijon –2008), Abstracta – Mostra di cinema internazionale astratto (Roma 2009). La sua composizione “Quattro o cinque piccole bagattelle” è stato premiata al Concorso Internazionale di Bourges 2009 musica elettroacustica e arte elettronica nella sezione Quadrivium categoria Multimedia.Nel 2010 ha partecipato al Simultan Festival (Romania – Timisoara) e all'Emufest (Roma). Nel 2011 ha partecipato al Festival Spaziomusica (Cagliari) con Space Memory, suoni in trasparenza. Nel 2012 ha partecipato al XIX CIM – Colloquio di Informatica Musicale con la composizione acusmatica per 8 canali dal titolo “Non consumiamo Cage” realizzata con altri 5 compositori in occasione del centenario della nascita di Cage. Per il Festival Music in Touch 2013 e Inaudita gli è stata eseguita in prima assoluta la composizione Réflexion per flauto e live electronics.
Dal 2002 è membro della Società Italiana d’Estetica. Scrive per la sezione musica della rivista on line PassparNous edita da Psychodreamtheater. Lavora per diverse associazioni culturali della Sardegna quali Spaziomusica e Spaziomusica Ricerca.
Insegna Composizione per Musica elettronica presso i Conservatori di stato (Ferrara, Bolzano, Foggia).
-- «Roberto Zanata interview: Tra Stockhausen, clavicembalo e computer music, di Roberto Guerra, 2015.
D- Qual è il territorio musicale che intendi esplorare?
R- Ho deciso di cimentarmi con la composizione di forme musicali elettroacustiche utilizzando diverse tecniche di sintesi e risintesi digitale del suono (granular, streaming spectral, resonators, pitchshifter, phase vocoder etc). Il materiale sonoro di partenza ha quasi sempre un aspetto mimetico, ma nello svolgimento della forma si modifica verso un’emancipazione da qualsiasi referenzialità fino ad assumere un aspetto strettamente uditivo.
D-Quali sono i tuoi pretesti per fare musica?
La sintassi di partenza di elaborazione dei suoni è astratta, anche se nel corso della composizioni non mancano evoluzioni dinamiche e timbriche che richiedono interventi riconducibili a una sintassi astratta, pertinente allo stesso materiale sonoro originario. Questo perché sono convinto che nell’immaginario dell’artista, l’opera rimane sempre un punto di arrivo, non un punto di partenza.
D-I materiali preferiti?
Mi interessa indagare sonorità che richiamino l’idea della discronia temporale a cui la musica può indurre, sia dal punto di vista dell’interazione di spettri sonori differenti, che del loro modo di trasformarsi nel corso di un tempo brevissimo o lunghissimo, difficilmente prevedibile, come è quello offerto dalle tecniche di sintesi del suono. Le strutture, cui queste sintesi inducono sono, infatti, ancora prima che un componimento musicale, un gioco affine al flipper, in cui le biglie scorrono casualmente dentro buche o passaggi obbligati. In altre parole, un azzardo.
D- Le “incomprensioni” che incontri nel tuo lavoro?
R- I discorsi che più comunemente tendono a fuorviare il problema sono quelli che sostengono l’autonomia del cambiamento tecnologico, dalle interazioni umane con gli oggetti tecnologici. I fattori sociali e culturali non entrerebbero dunque a far parte del disegno tecnologico con la conseguenza che gli oggetti risultanti esistono come entità inerentemente neutre. Ma non mancano istanze critiche che, al contrario, riconoscono proprio nella media-art l’espressione più avanzata della critica ai media. Come se, insomma, gli effetti secondari negativi delle tecnologie e dei mezzi di riproduzione fossero un prezzo necessario da pagare, in vista anche di una loro possibile emancipazione. Molti artisti (tra cui metto anche me) hanno sottolineato in questo senso e a più riprese la necessità di una pratica artistica elettronica fondata su atti di razionalizzazione sovversiva, così che le tecnologie apparentemente non artistiche vengano considerate estremità creative. Si tratta di tecnologie trasformate e fatte funzionare attivamente, nonostante la loro origine di mezzi passivi di riproduzione (lettori cd), trasmissione (tv e radio), documentazione e intrattenimento (computer).»