autore

Salviucci Marini Giovanna


Note biografiche

Giovanna Salviucci Marini (il cognome Marini viene aggiunto, e poi usato per tutte le produzioni artistiche, dopo il matrimonio col fisico nucleare Pino Marini, con il quale, prima del divorzio visse brevemente a Boston) è musicista, cantautrice e ricercatrice etnomusicale e folklorista.
Nasce in una famiglia di musicisti. Il padre, Giovanni Salviucci (1907-1937), scomparso a soli 30 anni, qualche mese dopo la nascita di Giovanna, era già un affermato compositore della scuola di Alfredo Casella e Ottorino Respighi, autore di opere importanti per la storia della musica del primo Novecento italiano. La madre, Ida Parpagliolo, insegnava armonia al Conservatorio di Santa Cecilia, era compositrice e tra le prime donne in Italia a dirigere un’orchestra in concerto.
Nel 1959 si diploma in chitarra classica presso il conservatorio di Santa Cecilia a Roma (il primo diploma di questo tipo in Italia),, perfezionando gli studi e la pratica con il massimo chitarrista classico allora vivente, lo spagnolo Andrés Segovia. Contemporaneamente si dedica allo studio ed alla pratica di strumenti a corda antichi, come il liuto, che suona per qualche anno con il “Concentus Antiqui” del Maestro Quaranta.
La sua attività multiforme ne ha fatta una delle figure più importanti nello studio, nella ricerca e nell'esecuzione della tradizione musicale popolare italiana, ma è autrice anche di canzoni e cantate di propria composizione.
All'inizio degli anni sessanta scopre il canto sociale e la storia orale cantata attraverso la conoscenza personale con i maggiori intellettuali e studiosi della tradizione popolare italiana, tra i quali Pier Paolo Pasolini, Italo Calvino, Roberto Leydi, Gianni Bosio, Diego Carpitella, Alberto Mario Cirese, Cesare Bermani, Giulio Angioni e Alessandro Portelli e il gruppo del Nuovo Canzoniere Italiano – attivamente impegnati nella ricerca di ciò che all’epoca si definiva musica popolare e di protesta, quella dei contadini, dei pastori, degli operai.
Diverrà quindi promotrice del canto sociale, che si comincia a definire come storia orale cantata, nel senso di registrazione popolare degli avvenimenti storici mediante lo strumento privilegiato della canzone di composizione anonima e di circolazione orale.
Nel 1964 il “Bella Ciao”, spettacolo di canto politico e sociale, dato a Spoleto con grande scandalo per un pubblico molto chic e poco abituato, le dà la possibilità di girare tutta la penisola da cima a fondo, raccogliendo una massa sterminata di canti popolari in lingua italiana e nei vari dialetti e lingue regionali, nelle situazioni sempre incandescenti degli anni Sessanta.
Partecipa allora alla storia del “Nuovo Canzoniere Italiano” cantando con i gruppi formati per l’occasione da cantautori politici come Ivan Della Mea, Gualtiero Bertelli, Paolo Pietrangeli, ma anche cantanti contadini come Giovanna Daffini (ne impara l’emissione vocale e il repertorio), il Gruppo di Piadena, i Pastori di Orgosolo con il poeta Peppino Marotto (da cui impara l’arte del racconto, dell’improvvisazione) e da tanti altri cantori e cantastorie a cui deve sempre molto. Con l’Istituto Ernesto De Martino porta avanti la raccolta di canti di tradizione orale e il loro studio e trascrizione, inventando a questo scopo un sistema di notazione musicale. Questo suo lavoro di trascrizione e poi d’arrangiamento le permetterà in seguito di trasportare la memoria cantata sul palcoscenico.
Nell'ambito della ricerca etnomusicale riveste una particolare importanza il materiale sonoro raccolto nel Salento tra il 1960 e gli inizi degli anni ‘70. Continuando la ricerca musicale e il suo impegno negli spettacoli e iniziative del “Nuovo Canzoniere” come per il “Ci ragiono e canto” di cui Dario Fo cura la regia, cresce il suo gusto del teatro, dell’affabulazione teatrale, dello stare in scena. E nel 1965 incomincia a comporre lunghe ballate che raccontano la sua esperienza e che interpreta sola in scena accompagnandosi con la chitarra non avendo la possibilità di usare altre voci ed altri strumenti: da “Vi parlo dell’America” nel 1965 all’ “Eroe” nel 1974.
Nel 1974, con un gruppo di musicisti anch’essi provenienti da percorsi non tradizionali, fonda la SPMT, Scuola Popolare di Musica di Testaccio a Roma. Trova finalmente musicisti con cui suonare: Giancarlo Schiaffini, Michele Iannaccone ed Eugenio Colombo, per i quali scrive – oltre che per cinque voci – “La grande madre impazzita” nel 1979. Da quel momento affronta la scrittura per strumenti e voci: “Il regalo dell’imperatore” nel 1983, opera per banda, coro, solisti e percussioni; il “Requiem” nel 1985 per due cori, contrabbassi, ottoni, fagotto, due archi solisti e voci liriche e l’oratorio “La déclaration des Droits de l’Homme” per il bicentenario della rivoluzione francese nel 1989.
Come arrangiatrice e performer, in varie tournee, nonché centinaia di concerti e numerose incisioni discografiche, si è sempre impegnata in attività di ricerca, con particolare attenzione agli aspetti formali e agli elementi di rilevante peculiarità (i timbri, i colori vocali, i micro intervalli) delle espressioni musicali ascoltate.
Parallelamente al suo sviluppo di compositore ha sempre continuato l’insegnamento dell’etnomusicologia applicata al canto di tradizione orale italiano presso la SPMT e dal 1991 al 2000 anche presso l’Università di Paris VIII – Saint Denis, oltre che in numerosi seminari in Italia e all’estero.
Con i suoi allievi di Roma e Parigi ha fatto fino ad oggi una decina di viaggi di studio per ascoltare e registrare i canti di tradizione orale ancora presenti in Italia nelle feste religiose o profane.
Nel 1976 crea il Quartetto Vocale per il quale compone da allora le “Cantate” e con il quale si esibisce in concerti e tournées in Italia e all’estero: dalla Cantata “Correvano coi carri” a “Sibemolle” o “La Cantata del secolo Breve” presentata al Théâtre de Vidy nel 2001. I concerti del Quartetto Vocale sono il compimento di tutte le sue esperienze musicali: ricerca sui canti di tradizione orale, insegnamento, composizione strumentale e vocale, scrittura individuale e collettiva.
La sua intensa attività musicale l’ha portata d’altro canto a comporre anche per il cinema: per registi come Loy, Maselli, Pietrangeli o Gianikian; per il teatro fra cui numerose tragedie greche: dalle “Troiane” di Thierry Salmon nel 1988, musiche premiate dal UBU, alle “Coefore” di Elio De Capitani o alle “Antigone”: la prima per il regista tedesco Hans-Günter Heyme nel 1995 e la seconda per il francese Patrice Kerbrat nel 2000; e ugualmente per la danza contemporanea, come “Animarrovescio” della coreografa Adriana Borriello. Inoltre compone numerosi oratori, poemi sinfonici e opere fra cui: “Pour Pier Paolo” dodici liriche dalla “Meglio Gioventù” di Pasolini musicate per cinque strumenti e cinque voci (Festival d’Automne di Parigi nel 1985), “Concerto per Leopardi” per il bicentenario della nascita di Leopardi nel1996 e “La Bague Magique” per la regia di Jean-Claude Berutti (all’Opera di Nancy e al Théâtre du Peuple di Bussang nel 1999).
Nel 2000 scrive la Cantata del Secolo Breve per, Quartetto Vocale, produzione del Teatro di Vidy di Losanna e musica il film di Giannikian Lucchi-Ricci "L'India".
Nel 2002 con Francesco De Gregori incidono il disco Il Fischio del Vapore che si distingue per un numero di vendite eccezionale vincendo il Disco di Platino. Compone le musiche per “Villarosa”, dramma di Enzo Alaimo, che viene rappresentato al Festival di Gibellina.
Nel 2003 compone le musiche per il film di Giannikian Lucchi-Ricci “Oh Uomo!” e le musiche per l'opera di Buchner Woytzeg con la regìa di Gian Carlo Cobelli.
Nel 2004 per il festival di Angelica di Bologna di Musica Contemporanea vengono eseguiti molti brani delle due Orestiadi, quella in fiammingo con cori in greco antico, del Théâtre Royal Flamand di Bruxelles con la regia di Franz Mareijnen e quella con la traduzione di Pasolini e la regia di De' Capitani( manca il capitolo dell'Agamennone). A questi pezzi si aggiungono brani dai Turcs tal Friul e da Troiane di Euripide in greco antico,il tutto è sotto la direzione del maestro Giovanna Giovannini. Mette poi in musica “La ballata del carcere” di Reading e “De Profundis” di Oscar Wilde.
Dopo Il fischio del vapore incide poi un altro disco sempre con produzione di De Gregori "Bongiorno e bonasera"portato in tournée con il gruppo jazz Animali marini, e un terzo disco “Passioni” sempre di produzione di De Gregori, con il lavoro che svolge con il suo Quartetto Vocale con 16 canti di cui nove devozionali trascritti e arrangiati per quartetto e cinque di propria invenzione.
Continua l'insegnamento alla Scuola Popolare di Musica di Testaccio, i viaggi collettivi di testimonianza nei luoghi in cui ha fatto ricerca, i concerti in Italia e all'estero.
Nel 2004 il Circolo Gianni Bosio insieme al Comune di Sternatia e il gruppo Aramirè del Salento usano i brani di ricerca della Marini per stampare un disco doppio in cui il primo disco riporta i brani così come sono stati cantati e registrati duranti la ricerca del 1970 e il secondo disco riporta l'uso da lei fatto di questi brani, ricantati da lei e gruppi da lei organizzati. Partecipa allo spettacolo teatrale Urlo di Pippo Delbono, e porta al festival d'Avignone la cantata “La torre di babele”. Eesce edito da Rizzoli un libro scritto durante l'estate che racconta da un lato i viaggi collettivi fatti con allievi di nazionalità diverse, dall'altra i propri ricordi e pensieri sul lavoro svolto attraverso gli anni con il gruppo del Nuovo Canzoniere Italiano.
Per il Festival Angelica di Musica Contemporanea scrive la partitura per “Le ceneri di Gramsci” di P.P.Pasolini per coro e voci. Sarà rappresentato a Parma il 2 novembre dello stesso anno 2005.
Nel 2006 porta in scena con l'attore Umberto Orsini “La ballata del carcere di Reading” di Oscar Wilde, chitarra e voce su musiche da lei scritte sul testo inglese già rappresentata a Asti, in Asti-teatro, con Umberto Orsini e giovanna Marini.
Nel 2007 scrive la musica per la tragedia “Antigone” per il liceo Marco Tullio Cicerone di Frascati dove tiene un corso straordinario nel quale si studia la partitura dell’opera e viene poi messa in scena l’opera dalla regista Francesca Tommassoni.
Nel 2008 scrive la musica per “Prometeo2 portato in scena al passo della Futa del gruppo teatrale Archiviozeta di Prato. Contemporaneamente escono i CD “La torre di Babele” “Le ceneri di Gramsci” e “La ballata del carcere di Reading” e un CD per bambini con “Segni d’infanzia” di Mantova.
Nel 2008/9 le viene richiesto dalla produzione Théatre de Vidy di Losanna di scrivere la musica per lo spettacolo “La Fabbrica” su testo di Ascanio Celestini, che avrà luogo in prima mondiale al Théatre de Vidy.
Onorificenze da ricordare: nel 1987 riceve il Premio Tenco; nel 1997 le viene conferita la Commande des arts et des lettres dall’allora ministro alla cultura del governo Mitterand; l’8 marzo 2004 le viene conferita la medaglia di Commendatore della Repubblica italiana; nel 2004 riceve il premio Nonino per la carriera; nel 2005 il premio Maria Carta; nel 2006 il premio Scanno per la musica; nel 2006 il premio Palmi per la musica; nel 2007 il premio Montalcino per la musica; nel 2007 il premio Charles Cros per la carriera.


Opere

Drama Ens+ Sx - 1986

Drama Ob S/A V Va Vc - 1986

Funerale Voci & 2A O.c Perc - 1984

Il regalo dell'Imperatore Soli Coro & Ens+ Q - 1983

La favola del figlio cambiato Voci Cl Sx Perc Q.a - 1987

La favola del figlio cambiato Voci S/A Q.a Perc - 1987


Pentesilea Voci Fl Tr 2A Perc - 1985

Per Pier Paolo Voci Q Perc - 1984



Tevere A - 1986


 
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