Nato a Galatina (LE), nel 1988, attratto fin dall’infanzia dalla musica, ha conseguito il Diploma di Violoncello nel 2011 e nel 2014, con il massimo dei voti e lode, il Diploma accademico di II livello in Composizione sotto la guida di Giuseppe Gigante, presso il Conservatorio Tito Schipa di Lecce. Contemporaneamente alla formazione musicale, ha affiancato studi umanistici, e nel 2014 conseguendo la Laurea in Lettere moderne presso l’Università del Salento. Nel 2018, sotto la guida di Ivan Fedele, ha conseguito il Diploma di perfezionamento in Composizione presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma.
Vincitore di vari Concorsi di composizione [1], ha ricevuto prestigiose commissioni [2] e la sua musica è stata eseguita da illustri interpreti (solisti, orchestre, formazioni cameristiche) [3].
Tra il 2006 e il 2008, si è dedicato alla composizione di colonne sonore firmando la musica di vari cortometraggi e documentari.. La sua musica è pubblicata da Edizioni Ricordi ed dalla Sconfinarte ed è stata trasmessa da Rai5, Rai Radio3 ed Euroclassical. Dal 2015 è insegnante di Musica presso gli istituti comprensivi.
02/2025
[1] tra i quali il “Piero Farulli – International competition” di Firenze, col brano “Zooming” per quartetto d’archi, il "Gheorghe Dima - International composition competition" - Romania col brano "Vanitas" per coro, il Concorso internazionale di composizione "2 Agosto - Bologna" col brano "Fluo" per Orchestra sinfonica. ..
[2] Biennale di Venezia, Festival Contrasti – Trento, Festival del XVIII Secolo, Festival organistico del Salento, – Lecce, Orchestra “Tito Schipa”…
[3] Solisti: Alfonso Alberti, Andrea Mattevi, Enrico Di Felice, Juan Aguilera Cerezo;
Orchestre: I Piccoli Pomeriggi Musicali, Orchestra del Teatro comunale di Bologna, e l’Orchestra ICO “Tito Schipa”;
Formazioni cameristiche:New Made ensemble, MotoContrario, ViolOpera ensemble, Agorartensemble, Duo Tubi&Corde, Coro Akses…
Al fine di comprendere le prospettive stilistiche dell’autore:
Paolo Martina intervista Cesare Rolli per www.vocidibanda.it (2021).
«Quanto è stata trascinante, la vittoria al Premio Farulli di Firenze nel 2017 con “Zooming”, per la sua carriera?
- La vittoria di quel concorso – sottolinea Cesare Rolli – è stata una grande soddisfazione sia perchè è stato riconosciuto un valore, da parte di una commissione prestigiosa, al mio primo quartetto per archi, a cui tenevo particolarmente, e sia perchè mi ha dato la possibilità di vedere pubblicata l’opera dalla casa editrice Ricordi. Il pezzo nasce immaginando le figure musicali come se fossero corpuscoli da poter analizzare, osservare e ingrandire al microscopio. I primi tre movimenti, infatti, sono brevi e differenti percorsi di ingrandimento, avvicinamento, svelamento di una figura o di un elemento musicale. Ogni movimento è caratterizzato da una direzione di sviluppo ben determinata. Da una parte sono singoli percorsi, ma dall’altra vi è un unico processo generativo.
Quali sono stati i suoi modelli stilistici?
- Agli inizi – dice Rolli – sono stati Ligeti, Messian, Berio, Sciarrino, Benjamin e Ivan Fedele col quale mi sono perfezionato all’Accademia Santa Cecilia di Roma. Certamente da allora il mio linguaggio si è modificato e continuerà a modificarsi pur mantenendo tratti caratteristici. Scrivere musica è un lavoro continuo di ricerca, attraverso vari percorsi.
Della sua opera “Duplicità di uno specchio d’acqua” per pianoforte, perchè lei ha detto che osservando un lago si può rimanere sia incantati dal paesaggio riflesso ma anche turbati dal contrasto tra superficie calma e profondità agitata?
- Partendo da queste osservazioni ho sviluppato il pezzo dividendolo in due parti nettamente in contrasto e lavorando contemporaneamente su due figure musicali accomunate da una scrittura a specchio ma in opposizione fra loro timbricamente.
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Da uomo del Sud, qual’è il suo rapporto con la tradizione bandistica?
- Per noi meridionali i concerti bandistici sono tra i primi contatti che si hanno con la musica. Un bellissimo ricordo infantile che mi affiora vivissimo è che durante le feste patronali a me piaceva tantissimo soffermarmi sotto la cassarmonica per ascoltare meglio le esecuzioni delle bande. Proprio da lì i miei genitori capirono quella che sarebbe stata la mia vocazione. Per quanto riguarda la tradizione, in musica come in qualsiasi altro ambito, non può essere ignorato il rapporto con le nostre origini.
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