Probabilmente originario di Sant’Eufemia (all’epoca provincia di Reggio Calabria), fu strumentista a fiato, direttore di banda e compositore.
Nell’Archivio di Stato di Napoli, fra i documenti della polizia del Regno Borbonico, fra i bandisti elencati, componenti la Banda di S. Eufemia nel 1858, il primo dell’elenco risultava Domenico Panuccio, anni 26, posizione nell’elenco che solitamente era riservata al Capo-musica (Direttore). Di un Direttore successivo si ha notizia solo nel 1888 (Francesco Danieronel).
Da Tesesa Chirico, Filarmonici in marcia. Bande, scuole di musica e associazionismo musicale in Calabria nell’ottocento, Ibimus, 2008: «Nel 1848 la banda fu sciolta forzosamente perché accusata di avere suonato a giugno di quell’anno nel campo dei rivoltosi ai Piani della Corona, probabilmente diretta da un non specificato De Angelis. Ad agosto del 1858 si ricostituì una nuova banda: ma i dieci sonatori dell’antica compagnia ne furono esclusi. Questi supplicarono di essere riammessi, dichiarandodi essere stati costretti, nel 1848, a suonare con la forza; lamentavano pesanti pro-blemi economici. L’Intendente di Reggio perorò la loro causa: «La banda suona sempre per chi la paga: suona per festa o per lutto, per nascita o per morte, non si ravvisa nei bandisti di S. Eufemia alcun sentimento politico. È massa gregaria che nulla sa di quel che fa, ed è trascinata come gregge […]». Nel luglio del 1859 i dieci sonatori furono riammessi nella banda, che raggiunse così i venticinque elementi; il primo nome che compare nello «Stato nominativo» stilato dall’intendente di Reggio è quello di Domenico Panuccio di ventisei anni, forse il direttore.