Compositore, pianista, direttore di coro e d’orchestra, allievo di Terenzio Gargiulo, Jacopo Napoli, Renato Parodi e Giacomo Saponaro, è annoverato tra gli esponenti della tradizione compositiva napoletana.
Si è dedicato in particolare alla composizione, alla didattica ed alla polifonia vocale; alla composizione di musica sinfonica, corale e da camera, attingendo a un repertorio che andava dalle laudi medioevali alla musica del Novecento privilegiando gli aspetti più espressivi della musica. Da questo immenso patrimonio ha attinto gli elementi più congeniali, privilegiando i ritmi e le armonie del jazz, i modi melodici e coloristici della musica etnico-popolare, con una particolare attenzione per le tecniche seriali e politonali.
Le sue musiche sono edite da Casa Musicale Curci.
Al San Carlo, dal 1973 al 1995, ricoprì il ruolo di Direttore musicale di palcoscenico. Nel 1990 fu nominato direttore artistico del Movimento Artistico Napoletano, associazione di compositori fondata nel 1959 all'interno della sede Rai di Napoli dai Maestri Martini, Vitale, Gargiulo, Napoli.
Parallelamente all'insegnamento presso il Conservatorio Alessandro Scarlatti di Palermo, dal 1965 ha insegnato Composizione, Musica Corale e Direzione di Coro presso il Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli.
Considerato un caposcuola della tradizione compositiva napoletana, ha formato intere generazioni di musicisti che si sono distinti sia nel campo della didattica che in quello della produzione musicale contemporanea.
Compositore intransigente, colto e sensibile, non ha mai rinnegato il legame con la memoria storica dei grandi compositori del passato.
L’esigenza di uscire da un ambito culturale ristretto lo spingeva a ricercare i testi delle liriche e dei madrigali, sia negli autori classici del Novecento come Pascoli e Ungaretti, che in quelli stranieri, come Garcia Lorca e Neruda, che tanto hanno in comune con la nostra sensibilità mediterranea.
“Un artista deve poter comunicare con il proprio pubblico; un pubblico che diventa ogni giorno più internazionale, globale e che nell’artista cerca punti di riferimento emotivi e culturali. – così Carmine Pagliuca concepiva il suo lavoro di musicista – La sensibilità, che dovrebbe essere patrimonio genetico di ogni compositore, è l’unico tramite comunicativo tra chi scrive musica e chi l’ascolta.
Nelle mie composizioni, questa sensibilità, si esplicita in tre elementi fondamentali: l’amore per la Musica, l’amore per la Vita, l’amore per l’Amore”. https://criticaclassica.wordpress.com/
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