Compositore 'illuminato' che nell'ambito della musicologia e della critica musicale riveste un ruolo di massimo rispetto.
Ha iniziato gli studi di composizione nel 1948 a Messina, sotto la guida di Gino Contilli, al quale deve la scoperta definitiva della propria vocazione musicale. Nel 1950 si trasferisce a Milano e nel 1956 si diploma in composizione presso il Conservatorio G. Verdi; contemporaneamente si laurea anche in Lingue e Letterature straniere presso l’Università Bocconi.
La sua produzione musicale comprende lavori teatrali, orchestrali e da camera. Tra le tappe principali dell'attività di compositore sono da segnalare: i lavori teatrali La sentenza (Bergamo 1960, Teatro delle Novità), Atomtod (Milano 1965, Piccola Scala), le scene musicali Per Massimiliano Robespierre (Bologna 1975, Teatro Comunale) da cui è stata tratta la Suite Robespierre, e Doktor Faustus - Scene dal romanzo di Thomas Mann (Milano 1989, Teatro alla Scala); composizioni vocali con orchestra, tra cui Ombre (alla memoria di Che Guevara) (1968), Parole da Beckett(1971) per due cori, tre gruppi strumentali e nastro magnetico, Hölderlin (frammento) (1972), Il deserto cresce. Tre metafore da Friedrich Nietzsche per coro e orchestra (1993), Allen per lettore e orchestra da camera (1996), Moi, Antonin A.per soprano leggero, lettore e orchestra (Firenze, 1997); inoltre Insiemi (1967) per orchestra, Modulor per quattro orchestre, Masse: omaggio a Edgard Varèse (1977) per pianoforte e orchestra, Scene sinfoniche per il Doktor Faustus (1984), Sembianti(2003), Progetto Eliogabalo (2007) per orchestra ecc.
Ha composto altresì musica da camera tra cui Piccola suite (1952-55) per violino e pianoforte, Musica notturna (1966), Quadruplum (1968) per due trombe e due tromboni, un Quartetto per archi (1971), Hölderlin: Epilogo (1980) per dieci strumenti, Opus 50 (Daunium) per dieci strumenti e percussione (1984), un secondo quartetto per archi dal titolo Musica per Pontormo (1995), Trame d'ombre per due voci, coro e ensemble (1998), Oltre la soglia (alla memoria di F. Donatoni) (2000),Freedom (Omaggio a Jimi Hendrix) per violoncello e suoni registrati (2001).
Inoltre pezzi con live electronics, tra cui Quanto oscura selva trovai (1995) per trombone e coro, e 6 Canti dal Kokin Shu (2007), per voce femminile.
L'incisione su disco di Masse: omaggio a Edgard Varèse ha conseguito vari premi internazionali, la composizione Dedica il Premio Abbiati della critica quale migliore novità in Italia nel 1986.
Ricca la produzione letteraria che comprende partecipazioni alla compilazione di dizionari ed enciclopedie e una vasta bibliografia come curatore di traduzioni di libri chiave per la cultura musicale moderna (Filosofia della musica moderna e Dissonanze di Adorno, Manuale di armonia di Schonberg, ecc.) editi da R, Einaudi, Feltrinelli, Il Saggiatore, ecc. oltre ad una intensa presenza come redattore e critico di riviste musicali specializzate (redattore nel 1956 della rivista di musica nuova "Il Diapason", dal 1958 al 1966 è stato critico musicale de "l’Unità"). La sua attività di pubblicista si è svolta in diverse direzioni, con la traduzione tra l’altro della Filosofia della musica moderna(Einaudi, Torino 1959) e di Dissonanze di Adorno (Feltrinelli, Milano 1959), nonché del Manuale di armonia (Il Saggiatore, Milano 1967) di Schoenberg. Dello stesso autore ha altresì tradotto gli Elementi di composizione musicale(Edizioni Suvini Zerboni, Milano 1967), gli Esercizi preliminari di contrappunto (Edizioni Suvini Zerboni, Milano 1970) e Analisi e pratica musicale (Einaudi, Torino 1974). Ha pubblicato tra l’altro A. Schoenberg -L’uomo, l’opera, i testi musicati (Feltrinelli, Milano 1975, nuova ed. Ricordi/Lim, Milano 1997), Per M. Robes
--«Una considerazione del tutto personale sul Saxofono.
Per quel che ricordo, la prima conoscenza che ebbi del saxofono in un contesto non jazzistico risale, prima ancora che al Bolero di Ravel, alla Lulu di Alban Berg, che studiavo a fondo in epoca di Conservatorio ascoltandola poi in un'avventurosa edizione discografica con la Steingruber. Mi affascinava questo timbro davvero singolare in orchestra, un timbro emergente e penetrante, come di un corpo a se stante che si distacca dalla sezione sia legni sia degli ottoni. Così lo introdussi più volte in orchestra tra il '58 e il '65, usandolo peraltro nel lavoro teatrale Aromtod -del '65 appunto- nella sua connotazione più "classica", con una specie di remake jazzistico. Vi ritornai salvo errore solo più di un ventennio dopo, con un quartetto di saxofoni richiestomi dal quartetto Raschér.
Non sto a entrare nei particolari di queste composizioni che desterebbero sicuramente ben scarso interesse. Vorrei solo dire che ad oggi di questo strumento mi interessano gli "estremi": il sopranino, con la sua bellissima, ferma, dura sonorità quasi di tromba sovracuta; e il contrabbasso, sul quale non ho mai potuto lavorare e che mi attira enormemente (e se davvero fosse agibile il subcontrabbasso, citato almeno nel trattato d'orchestrazione del Kunitz ma che confesso di non aver mai nemmeno visto, ancora meglio!). Non meno del basso il contrabbasso mi attira per la sonorità possente dei suoi suoni gravi, da canna d'organo, per le risonanze misteriose che da esso si potrebbero ottenere con i modi di attacco più diversi, per gli orizzonti che si aprirebbero inserendolo nel circuito del l.el.. Da questo punto di vista lo considero un vero e proprio "strumento limite", lo strumento davvero estremo, utopico fra tutti quelli che conosco: mi domando se mi sarà concesso un giorno di trovare un interprete disposto ad affrontare in mia compagnia un'avventura simile. Perchè se sicuramente sarà da mettere in conto anche il rischio del fallimento, credo per certo che sarebbe per entrambi un'esperienza di arricchimento e di entusiasmanti scoperte».
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