Italiano, attualmente vive e lavora in Francia ma non ritiene, musicalmente, che esistano confini.
Si è formato nei conservatori di Brescia e di Torino, dove ha ottenuto il diploma di composizione. Si è perfezionato al conservatorio di Strasburgo e all’IRCAM di Parigi. È inoltre dottore in composizione (PhD) dell’Università di Huddersfield (UK). Suoi insegnanti sono stati Gilberto Bosco, Ivan Fedele e Yan Maresz. Ha ricevuto l'Aberdeen MusicPrize nel 2004 per il suo quartetto d'archi Sul ponte sul mare . E 'finalista della settimana Gaudeamus Music 2008 e partecipa a Acanthes nel 2007 e nel 2008. Nel 2009 e nel 2010 è stato selezionato dal IRCAM di seguire la computer music Cursus dove ha fatto Ritratto vivente. Nel 2009 riceve il Sacem Prize. Nel 2010, viene invitato a Darmstadt per il Ferienkurse dove viene creato YK . È stato selezionato dalla Fondation Royamount (Voix Nouvelles 2012). Ha beneficiato, dal 2011 al 2013, di una borsa di studio della Fondazione de Sono. Studia anche filosofia e musicologia.
Ha scritto opere strumentali, vocali, elettroniche e miste e dal 2011 pubblica i suoi lavori in collaborazione con l’editore italiano Suvini Zerboni.
Negli ultimi anni ha collaborato strettamente con il Quartetto Maurice, il Quartetto Diotima, nel 2010-2011, ha composto Celestografia per Quartetto Prometeo e Valentina Coladonato, l’ensemble musikFabrik, l’ensemble Recherche, l’ensemble Vortex, l’Ensemble Nomad, l’Instant donné, il Choeur de chambre de Strasbourg, l’Ensemble L’Imaginaire, La Dolce Maniera, Berlin Piano Percussion, Ensemble Insomnio, L’Arsenale e, tra i solisti, Francesco d’Orazio, Keiko Murakami, Valentina Coladonato, Georgia Privitera, Saori Furukawa, Luigi Gaggero, Franco Venturini e Emanuele Torquati.
È fondatore e direttore artistico de l’ensemble L’Imaginaire. In questo ambito ha prodotto più di quaranta concerti. Ha inoltre ideato e diretto due edizioni (2012 e 2013) del festival “Minifest de musique de demain” a Strasburgo. Fa parte, in quanto co-fondatore, di /nu/thing, gruppo di compositori animatori del blog www.nuthing.eu i cui membri hanno composto opere collettive.
La sua musica è stata eseguita a Tokyo Opera City (2016), Fondation ProQuartet (2016), Muziekgebouw aan’t IJ, Amsterdam (2015 – 2008), Biennale di Venezia (2013, 2011), IIC di Parigi (2015: concerto monografico), Fajr Music Festival – Teheran (2015), Festival Ditat Terra (2014), Verso Traiettorie (2013), Milano Musica (2012), Fondation Royaumont-Voix Nouvelles (2012), Unione Musicale (2012), Festival Agora, IRCAM – Centre Pompidou (2010–11), Fondazione Spinola-Banna per l’arte (2011), Konzerthaus Berlin (2013, 2010), la Konzerthaus Berlin, Berlino PianoPercussion da tutti il Teatro di Brandeburgo ( endeared 2010), l'Akiyoshidai estate in Giappone ( Ess ... , 2009), eseguita nella ISCM-Meridien (2008), l'Orchestra national de Lorraine, l'Arsenale ( Aus Tiefer Noth , 2009), da l'immaginario collettivo, le idee musicali, di cui è il fondatore e direttore artistico, così come set Insomnio ( Tracce della luna creato nel 2008 presso il Gaudeamus music Week),
il Coro da camera di Strasburgo ( Tre pitture , 2007-2008), Xenia ( Pieghe , 2007), diffusa da Radio Rai, Radio France e NPO (Paesi Bassi). Nel 2016, per l’etichetta Stradivarius, il suo primo disco monografico, Le Cose, interpretato dall’ensemble L’Instant Donné.
Musicologo, si occupa di storia e analisi della musica elettronica e mista.
Insegna all’Università Paris 8, Vincennes-Saint-Denis dove è membro del laboratorio CICM. Precedentemente ha insegnato all’università di Strasburgo e al conservatorio di Strasburgo.
«L’istante compositivo
Il mio primo brano si intitola «La musica che non ho in mente» (2001). Si tratta di una sorta di teatro musicale, o teatro della scrittura, nel quale scrivere, pensare, ascoltare e contare appaiono come accumunati. Posso scrivere e poi ascoltare. Porre, e poi comporre. Questo pensiero è ancora al centro della mia pratica compositiva. Comporre e pensare sono per me attività simili, che coincidono in molti sensi.
Si tratta allora di fare emergere il momento in cui lo scritto diventa suono, o, più chiaramente, il momento in cui il pensiero diventa un atto e una realtà. La mia maniera di comporre stressa questo aspetto. Si orienta verso quel momento, l’istante compositivo, dove il tempo del pezzo e quello della vita si toccano. Questo istante è quello di una scelta, dopo la quale la musica esiste, e agisce allora sull’immaginazione. In quell’istante l’immaginato è reale, e provoca degli effetti. Fonda un circolo di interpretazione. Questo tipo di attività si fonda su una rappresentazione sospesa di uno stadio del divenire temporale. Tramite questa dialettica nascono i miei pezzi. Sono il frutto di un lavoro di scavo, principalmente, di lavoro indefinito, continuo, sul disordine che per magia e semplice forza si fa ordine. Scrivere è per me pensare a scrivere. All’interno di questa decostruzione, compongo. Faccio in modo che la composizione prenda la forma che le è propria. Lascio che il tempo depositi le sue tracce nel pezzo che si fa nella memoria e nello spazio della partitura. Il divenire è una metafora». Eric Maestri, Aprile 2014…
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Il primo lavoro che riconosce s’intitola “La musica che non ho in mente”, un brano di teatro musicale che racchiude in germe tutte le tematiche che la sua musica sviluppa, al confine tra riflessione (speculazione) sulla musica stessa, auto-analisi psicologica del fenomeno creativo e sensazione del tempo che passa e che, tramite l’esperienza, proietta immagini (fantasmi) nella dimensione del futuro. In questo brano l’aspetto della scrittura costituisce l’elemento centrale in quanto aspetto concreto e concettuale del comporre: la scrittura è pensata come potrebbe forse intenderla Derrida, in quanto archi-scrittura. Una tale prospettiva permette di pensare la composizione come un atto complesso che proietta luce sui fenomeni naturali e psicologici legati al divenire. Questo percorso prosegue in maniera coerente fino agli ultimi lavori (Pieghe, Celestografia, Visioni – spettacolo per elettronica, luci e ensemble, in prima esecuzione alla Biennale di Venezia nel 2013 -, Le cose, La musica è uno specchio trasparente, Ancora ancora la notte).
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