Si arrampica molto giovane sul sedile del pianoforte di famiglia. A nove anni scrive la sua prima opera, Il richioamo del mattino, un fresco pastorale che riporta un grande successo, come testimoniano le numerose edizioni che si sono succedute. Suo padre, eccellente pianista, si dedicò con vigilanza e rigore agli straordinari progressi del bambino. A solo sedici anni (1916) ottiene la "Licenza e Magistero" per la Composizione e la Strumentazione al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli. A diciassette anni è nominato, per concorso, primo violino dell’orchestra della Scala di Milano, dove suona per tre anni sotto la direzione del prestigioso ArturoToscanini, non ricevendone che complimenti, cosa abbastanza insolita da parte del Maestro, molto parsimonioso nelle lodi.
Qualche anno più tardi, attratto da Parigi, la Parigi di Debussy e Ravel, raccoglie applausi nelle sale da concerto (Colonna, Lamoureux, Pasdeloup) per le sue opere, molto apprezzato dai più grandi direttori d'orchestra, sempre elogiativi, riguardo la creatività, la tecnica, le armonie del giovane autore. Una nota interessante: non ha mai composto mettendo mano sulla tastiera di un pianoforte, ma ha scritto direttamente sulla carta da musica. Probabilmente sentiva nella sua testa tutte le ispirazioni senza dover utilizzare alcuno strumento.
Ben presto il richiamo della Costa Azzurra grazie alla dolcezza del suo clima mite, al cielo azzurro fatto per i pittori, ma anche per i musicisti, e la presenza della sua amata famiglia lo portò a Nizza, dove si trasferisce con la giovane moglie Angela. Eleuterio si consacra all'insegnamento e alla composizione musicale. Angela lo asseconderà copiando i suoi manoscritti. Le loro vite procederanno così, calme e tranquille, molto felici .. finchè, all'improvviso, il dramma. Affascinati dall’esoterico, entrambi si lasciano trasportare dal magnetismo di un triste avventuriero politico, fondatore di una setta, che in Cina gli farà sperimentare il dolore della separazione. La donna fu rinchiusa in un monastero e lo trascinò, con l’anima in pena, nella Shanghai della miseria (1933-1934), assoggettandosi ad un pazzo ricatto di banditi cinesi per rilasciare la sua giovane moglie prigioniera. Superando tutti gli ostacoli, nonostante il suo impoverimento (tutta la loro fortuna era passato nelle mani dell’avventuriero) riesce a liberare Angela e a mettere in scacco il leader della setta, i cui membri si disperdono e fuggono in Europa ... Quale musicista poteva vantarsi di avere una vita così originale?
Liberi, gli sposi ritrovati si stabiliranno di nuovo in Francia, Eleuterio, con la memoria potenziata da nuove armonie, compone, su richiesta di gesuiti francesi diretti in Estremo Oriente una "Messa Cinese" di cui le note eteree s’involeranno nella Cattedrale di Nanchino e nei sotterranei del Vaticano. Ironia della Provvidenza! Colui che era partito per diventare un monaco in una setta buddista scrive una massa per evangelizzare i cinesi: "Ite, docete ..." tutte le nazioni ...
La sua attività si moltiplicherà componendo molte opere, balletti, sinfonie, musica da camera e opere per solista. Una grande produzione che ha continuato a svilupparsi fino alla sua fine nel 1972.
Ha diretto le orchestre filarmoniche di Napoli, Milano, Roma, Nizza, Marsiglia, Karlovy Vary e Chang-Hai.
Ha tenuto conferenze dulla musica italiana, sul canto romano, la musica bretone, spagnola, il canto mozarabico e sulla musica dell’estremo oriente presso à l'Accadémia di Sainta Cécilia di Roma, alla R.A.I., al Centre Universitaire Méditerranéen di Nizza, alla Schola Cantorum e all’Institut des Hautes etudes Chinoises della Sorbona di Parigi.
«Pagine che, fin dal primo ascolto, mettono in luce alcuni aspetti della musica del compositore napoletano: una raffinatissima scrittura, mutuata, come si è già accennato, da Ravel e, nei tempi veloci (soprattutto nel Quartetto), con accenti che rimandano alla brillantezza di Prokof’ev; una sorprendente eleganza presente nella tessitura armonica, che mette debitamente in luce il dialogo tra i quattro sassofoni e, implicitamente, il sapiente equilibrio delle parti, frutto di una capacità compositiva che rimanda, indubbiamente, alla grande tradizione della scuola francese del primo Novecento.» (dal CD « Eleuterio Lovreglio “Concerto per quartetto di sassofoni e orchestra - Quartetto per sassofoni - Andante per quartetto di sassofoni”, Quartetto di Sassofoni Accademia, CD Dynamic»)
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